Anche il 2021 è alle spalle. Un altro anno difficile, complicato, ricco di così tante emozioni che se ne avessi valorizzato anche solamente un decimo trasformandole in insegnamenti di vita, ora sarei un misto tra Budda, Gesù e John Lennon.

Dal momento però che, a quanto sembra, non ho corso questo rischio, proseguo nella strategia dei piccoli passi, ben conscio che la sto chiamando “strategia” solo per darmi un tono, quando in realtà si tratta ad oggi della mia unica opzione per non arrendermi a ciò che sono ma puntare ad un miglioramento, seppur minimo, giorno dopo giorno. Siate comprensivi, un po’ di autostima mi serve per proseguire il cammino!

Scherzi a parte (che poi non so quanto realmente stia scherzando), credo proprio che la chiave della crescita risieda nelle piccole cose. Dico questo perchè dal punto di vista neuroscientifico, sappiamo che viviamo di schemi, di pattern. Ripetiamo medesimi comportamenti che ci fanno assomigliare tanto a degli atleti che percorrono ossessivamente la stessa pista. Magari sempre più velocemente ma sempre la stessa pista. Lo facciamo perché in questo modo, muovendoci in un terreno conosciuto e mettendo in campo risposte già collaudate, limitiamo l’imprevedibilità della realtà e guadagniamo in efficienza. Efficienza, non efficacia. 

Credo che questa sia la nostra condizione: percorriamo cerchi. Ora, o ci si arrende alla stessa pista, rendendoci costantemente uguali a noi stessi, oppure si punta a qualcosa di diverso! Si potrebbe puntare cioè a disegnare, con nostre nuove azioni, una spirale ascendente che ci consentirà di evolvere, cambiando così il panorama. Ma come si fa?  

Ecco, nella mia realizzazione qui a fianco, artisticamente deprecabile dal momento che assomiglia più alla scatoletta di Braccio di Ferro che ad una spirale, il nostro focus dovrebbe essere rivolto solo ad un aspetto: le piccole linee che ci fanno salire di livello. Sono le minime deviazioni verso l’alto che ci fanno evolvere! Stanco della pista nera, un giorno potrei iniziare ad ascoltare di più e parlare meno salendo così di due quadretti (A) ritrovandomi quindi a percorrere la pista rosa. Poi, una volta assimilato questo comportamento, potrei decidere di immaginare almeno 6 alternative davanti ad ogni situazione complicata salendo così di tre quadretti (B) e aprendomi la strada verso la pista verde. Sedimentato questo approccio potrei sentirmi pronto per costruire e mettere nero su bianco il mio obiettivo eccellente, salendo così di altri due quadretti (C), in seguito potrei iniziare a perseguirlo nel day by day salendo così di quattro (D) e, dopo aver percorso la pista arancione per un bel po’ di volte potrei sentirmi pronto per qualcos’altro! Per me il miglioramento è figlio di questa specifica attenzione. Nasce cioè da piccole traiettorie che decidiamo intenzionalmente di percorrere e mettere a sistema nel nostro agire quotidiano. Crescere significa avere il coraggio di fare anche solo quell’unico passo verso l’alto che ci consenta di “aprire un nuovo cerchio”. 

Ossequiosi poi alla schematicità del nostro cervello, ci ritroveremo presto a girare in tondo ma il gradino fatto ci renderà atleti migliori. Nuove persone pronte a cogliere nuove opportunità, ad affrontare efficacemente sfide sempre più difficili, a gestire nuove dinamiche e, last but not least, incredibilmente curiosi di sapere quali saranno i nostri nuovi errori. 

Forse la vita alla fine è un cerchio ma sta a noi decidere a quale altezza viverla!

Dopo questa premessa (eh sì, purtroppo per voi era solo la premessa), veniamo a noi. O meglio, veniamo a ciò che mi ha spinto a scrivere questo articolo di inizio anno: raccontarvi come, qualche settimana fa, ho ringraziato la splendida community Six Seconds in Italia. Persone che hanno deciso di allenare la propria Intelligenza Emotiva per fare la differenza nel mondo. Sì, avete capito bene, per fare la differenza nel mondo. Non per usare l’Intelligenza Emotiva come mero argomento di vendita, bensì per dare un contributo talmente impattante da far cambiare la traiettoria alla vita altrui. 

Avrei potuto semplicemente dire grazie per il lavoro che ognuno di loro stava facendo, per essere parte del grande obiettivo di Six Seconds di far allenare un miliardo di persone alle competenze socio emotive, ma non è andata così. Ho scelto di fare qualcosa di diverso perché un ringraziamento a chi potrebbe non essere pienamente consapevole della propria grandezza, rischierebbe di essere banalizzato come semplice atto di cortesia. Perché dico questo?

Rispondo a questa domanda ritornando alla metafora della “spirale ascendente” di prima e sottolineandone un aspetto paradossale: chi è in un processo di continuo miglioramento rischia di aver vissuto le piccole linee verso l’alto con tale “naturalezza” da non accorgersi che, a distanza di tempo, non è più la persona di prima. Potrebbe non essersi reso conto cioè di essere diventata una persona migliore. Avete presente quando vivete con un bimbo e non vi accorgete che sta diventando più alto perché, avendolo sotto gli occhi tutti i giorni, la sua crescita è per voi lenta e costante? Poi arriva quel vostro amico che non lo vede da anni e dice “oh porca miseria! ma quanto è diventato grande tuo figlio!”

Ecco il rischio di essere anima e corpo nel processo, è quello di darsi per scontati e non accorgersi di quanto si è diventati “alti”. Prima di ringraziare allora, ho pensato di rendere evidente alla community stessa quanto fosse cresciuta, quanto fosse diventata negli anni migliore. Non ho imbarazzi nel dirlo, come non ne hanno avuti quelli che, durante lo scorso community meeting, hanno condiviso il loro pensiero dicendo “partecipo sempre volentieri a questi momenti perché questa è una community di belle persone!” Che meraviglia…

Proprio per questo motivo a fine 2021 ho voluto far vivere uno dei principi della filosofia di  apprendimenti Six Seconds: i pesci non parlano dell’acqua. Tralasciando il fatto che i pesci non parlano proprio… anche se parlassero non parlerebbero dell’acqua dal momento che è il loro elemento naturale. I pesci ci nuotano nell’acqua, non ne parlano! Ma se, per la loro crescita e sopravvivenza fosse necessario che ne approfondissero le caratteristiche? Che la studiassero? Ecco, se servisse loro fare tutto ciò dovrebbero trovare il modo di “uscire da essa”, almeno per un po’. Questo principio della filosofia di apprendimento Six Seconds dice che se vuoi vedere ed approfondire un qualcosa, devi acquisire un punto di vista diverso che ti permetta di VEDERE quella cosa. La visione dell’amico di prima che subito nota quanto è diventato alto il bimbo, per intenderci! 

E allora, eccoci in un pomeriggio di dicembre, solo per un’oretta, insieme alla community Six Seconds Italia per guardarci da fuori e vedere quanto siamo cresciuti a furia di piccoli passi verso l’alto. 

Già all’inizio di questo momento generativo ho capito subito che le cose avrebbero preso una piega bellissima! Mi è risultato chiaro chiedendo: “quali sono pensieri ed emozioni che vi suscita la parola celebrazione?”. Ebbene, la chat è stata invasa da una marea di emozioni e (forse) qualche pensiero. Ricordo benissimo quando invece, anni fa, ponevo la stessa tipologia di domanda e le risposte erano un tripudio di pensiero logico razionale. Pensieri, pensieri e ancora pensieri. Direi proprio che qualcosa di importante è cambiato… e in meglio!

Con il sorriso sulle labbra ho dato quindi il via al flusso didattico e presto ci siamo trovati a ragionare su quali fossero stati i risultati del nostro 2021. La domanda che ho rivolto ai partecipanti è stata: 

Quali azioni, scelte, comportamenti avete messo in campo che hanno fatto la differenza per gli altri?

Qual è stato il vostro impatto positivo sul mondo?

In maniera meravigliosamente consapevole, la community ha cominciato ad alimentare un google doc dimostrando la sua potenza e maturità. E allora ecco messi nero su bianco progetti rivolti a persone svantaggiate, aziende seguite per coniugare performance e benessere, vite trasformate con la forza del noble goal, supporto a personale sanitario, workshop generatori di aggregazione, connessione, consapevolezza e ancora, nuove forme di comunicazione generatrici di ispirazione, utilizzo delle people analytics al servizio di una trasformazione organizzativa, lavori nelle scuole e nelle famiglie… e avanti così…una marea di attività con un unico minimo comune denominatore: l’Intelligenza Emotiva. Nero su bianco le azioni di decine di persone che hanno scelto intenzionalmente di apportare un cambiamento positivo al di fuori di sé, per gli altri (che poi significa anche per sé dal momento che alimentiamo un sistema-mondo nel quale viviamo respirando la stessa aria).

Però non ci siamo fermati qui, perché in Six Seconds sappiamo che risultati extra ordinari derivano dall’allenamento di specifici muscoli, com ad esempio i Brain Talent. Esistono infatti 18 talenti atti a generare un cambiamento positivo. Partendo da ricerche scientifiche, questo modello mostra ciò che è realmente importante per gestire la complessità in un mondo in cambiamento. La seconda domanda è stata quindi: 

Quali muscoli avete maggiormente utilizzato per ottenere gli impatti descritti in precedenza?

Quali sono stati cioè i Brain Talent che avete utilizzato di più?

Ogni partecipante al meeting ha iniziato quindi a ragionare su quanto maggiormente allenato negli ultimi 12 mesi per fare la differenza in questo difficile 2021. Il risultato è stato un vero e proprio inno ad un altro dei principi della filosofia di apprendimento Six Seconds: nessuna strada e LA strada. In altre parole, per raggiungere un risultato non c’è una sola via ma ce ne potrebbero essere diverse ed ognuno può individuare la propria e percorrerla. Fuor di metafora: ognuno all’interno di questa community, pur puntando all’obiettivo comune di avere un impatto positivo sul mondo, ha esercitato set di Brain Talent differenti. Una delizia per gli occhi vedere questo workout capace di unire testa e cuore! La versione emozionale di Arnold Schwarzenegger ne sarebbe orgogliosa.

Ed eccoci pronti per l’ultimo step. Un’ultima domanda utile ad esplorare il vero driver di performance: l’emozione. 

In aula siamo soliti dire che non ci sono emozioni positive o negative in quanto esse non sono altro che semplici informazioni. Sosteniamo con decisione che TUTTE le emozioni, se riconosciute e valorizzate, decriptandone il messaggio, hanno cittadinanza e rappresentano risorse strategiche per impattare il mondo in maniera positiva. Ma è proprio così? Cioè, nella pratica, al di là della teoria ripetute nei training agli altri,  avviene veramente questo? Ebbene (rullo di tamburi) …sì! 

Alla domanda

Di quali emozioni vi siete nutrit* in questo 2021?(in altre parole, qual è stato il nutrimento emozionale che vi ha permesso di allenare specifici Brain Talent che a loro volta hanno generato impatti sul mondo?) 

…ecco, a questa domanda, la varietà emotiva ha sfiorato il più infinito, a testimonianza del fatto che TUTTE le emozioni, se trattate come alleati, ricoprono un ruolo chiave per fare del mondo un posto dove sia sempre più bello vivere. E allora spazio alla fiducia ma anche alla paura, spazio alla speranza ma anche alla rabbia e al disgusto, spazio a tutti i colori delle emozioni perché, se trattate con i giusti strumenti, rappresentano quella energia e saggezza di cui abbiamo dannatamente bisogno. 

Ed eccola la community Six Seconds vista da fuori. Un quadro dipinto a più mani che ci ha dato la conferma di quanto INSIEME possiamo fare. Del significato che abbiamo per il mondo che viviamo. Consci di tutto ciò, ora sono pronto a dire a questa meravigliosa community: GRAZIE DI TESTA E GRAZIE DI CUORE! Auguro a tutti quelli che mi stanno leggendo (e pure agli altri, però di più ai primi) di essere protagonisti, attraverso piccoli step di crescita personale, nella costruzione di un 2022 che faccia la differenza per le vite altrui.

Vi saluto e vi abbraccio a nome di tutto il team Six Seconds e vi esorto a continuare a ricoprire quel ruolo di guida in maniera sempre più consapevole, intenzionale, matura e responsabile in questi tempi così complessi. Vi chiedo questo perchè tra le ricerche google, nel marasma generale che va dalle innumerevoli vittorie delle nostre nazionali a come scaricare il green pass, spuntano domande che toccano il cuore: come rendere onore a qualcuno? come essere se stessi? come andare avanti? qual è il mio scopo nella vita? 

Persone che, in momenti di grande difficoltà, hanno trovato la lucidità e il coraggio di porsi quesiti incredibilmente potenti, affidandosi però a risposte preconfezionate fornite da un algoritmo. E se invece le soluzioni che cercano risiedessero in un processo che una community come la nostra può attivare? E se parte delle risposte a domande così importanti potessero essere co-costruite insieme, attraverso la relazione con veri e propri change makers?

In Six Seconds non abbiamo risposte ma facilitiamo processi di scoperta e trasformazione perché sappiamo che “la saggezza è in ogni persona”. E allora se sei già parte della community Six Seconds, ti auguro di diventare sempre più bravo e coinvolgente ispirando gli altri. Se invece non ne fai ancora parte sei benvenut*. Non te ne pentirai. 

Buon anno!

Lorenzo