L’avanzamento nelle tecniche di mappatura del cervello ha portato nuova luce sulla neuroscienza dell’innovazione – la capacità unica dell’essere umano di vedere una possibilità non ancora esistente e darle vita.
I ricercatori hanno osservato il cervello delle persone mentre innovavano – un musicista jazz che improvvisa una melodia, poeti che scrivono dei versi, artisti che disegnano idee per la copertina di un libro – con la speranza di mappare le regioni, i circuiti o i percorsi implicati nel pensiero innovativo.
Il risultato, come il cervello stesso, è complicato e straordinario. Non è una semplice identificazione di specifici “percorsi innovativi”, ma ciò che è stato scoperto fornisce informazioni inestimabili per usare l’intelligenza emotiva come “benzina” per il pensiero innovativo.
Diamo un’occhiata alla ricerca e alle implicazioni per il mondo reale.
Mappare il cervello durante il pensiero innovativo
L’abilità di innovare delle persone è cruciale per il progresso tecnologico e culturale, e di questi tempi, forse anche per la sopravvivenza. Siamo entrati nella Quarta Rivoluzione Industriale, e le aziende di ogni settore devono innovare per sopravvivere.
Malgrado questa realtà, l’architettura neurale del pensiero creativo e innovativo è ancora in larga parte un mistero.
Per aiutare a risolvere questo mistero, un team di ricercatori provenienti da tutto il mondo ha utilizzato le ultime tecniche di mappatura cerebrale per mappare il cervello di persone a cui era stato chiesto di pensare a nuovi usi per oggetti di vita quotidiana – una misura imperfetta ma utile del pensiero innovativo.
Il test, noto come “The alternative uses task” (letteralmente “Compito degli usi alternativi”) chiede alle persone di inventare nuovi usi per alcuni oggetti. Prendiamo un calzino, per esempio. Rispondere “utilizzarlo per mantenere i piedi caldi” comporterebbe un punteggio basso, mentre “utilizzarlo come sistema di filtraggio dell’acqua” sarebbe una risposta altamente creativa.
Lo studio ha sottoposto al test 163 partecipanti che, mentre lo completavano, venivano sottoposti a una risonanza magnetica funzionale per misurare l’afflusso di sangue al cervello. I ricercatori hanno poi comparato la creatività delle risposte con le attività funzionali e la connessione tra le differenti regioni del cervello.
Quindi… sono riusciti ad identificare la regione “innovativa” del cervello?
Non esattamente. Hanno scoperto che il pensiero innovativo non nasce da una specifica regione del cervello, ma piuttosto dalla connessione di regioni tipicamente differenti e separate tra loro – il default network, l’executive network e il salience network. In parole povere, il pensiero innovativo si attiva quando regioni del nostro cervello che normalmente si ignorano o si escludono a vicenda iniziano a lavorare insieme. I risultati sono coerenti con gli ultimi risultati delle risonanze magnetiche funzionali svolte su artisti professionisti, inclusi musicisti jazz che improvvisano melodie1, poeti che scrivono versi2 e artisti che disegnano idee per la copertina di un libro3. E persino il cervello di Einstein, in uno studio pubblicato nel 2014, mostrava connessioni insolitamente forti tra differenti regioni cerebrali.
Applicare la neuroscienza dell’innovazione
Per capire come questa ricerca si può applicare al mondo reale, potrebbe essere utile esaminare perché il cervello normalmente si specializza (a spese dell’innovazione) – perché è simile al motivo per cui le aziende solitamente si specializzano e lavorano in silos (a scapito dell’innovazione). Fondamentalmente: È efficiente. Formare e seguire pattern di comportamento già immagazzinati richiede molta meno energia rispetto all’ideazione di nuove strategie. Fare la stessa cosa che hai sempre fatto richiede molto meno sforzo. Ma di questi tempi c’è bisogno di qualcosa di nuovo. Nel clima aziendale di oggi, innovare non è più un lusso; è essenziale. E così come l’innovazione nel cervello nasce dal disinserire il pilota automatico e pensare in nuove modalità, così è per l’innovazione a livello aziendale.
Utilizzare l’intelligenza emotiva per alimentare l’innovazione
Se vogliamo applicare questa scienza, dobbiamo implementare nuovi modi di pensare e di connettersi. Dobbiamo essere disposti a uscire dalle reazioni automatiche e essere più intenzionali, e questo richiede intelligenza emotiva.
1. Incoraggia persone con Stili di Cervello (Brain Styles) differenti a lavorare insieme
Le persone, così come le regioni del cervello, sono specializzate. Alcune eccellono nel formulare nuove idee – Visionari, secondo i Brain Styles di Six Seconds – mentre altri danno il meglio concentrandosi sui dettagli e portando a termine il loro compito – Realizzatori. Questi sono 2 degli 8 Brain Styles – scopri di più a proposito di tutti gli stili qui. La ricerca neuroscientifica citata precedentemente suggerisce che il pensiero innovativo deriva dall’abilità di combinare tra loro i punti di forza dei differenti Brain Styles. A livello individuale, le risposte più innovative sono arrivate da persone che hanno attivato nello stesso momento il default mode network del cervello (che si pensa sia fondamentale nel sognare ad occhi aperti, nel divagare della mente e nel generare nuove idee) e l’executive control network (che si pensa sia responsabile del controllo conscio dei pensieri e della valutazione/modifica delle idee). A livello aziendale puoi promuovere il pensiero innovativo incoraggiando le persone con differenti Brain Styles a lavorare insieme. Più facile a dirsi che a farsi. Una persona focalizzata sull’idealistico quadro generale e una concentrata nel portare a termine i propri compiti si scontrano spesso, non vanno d’accordo o addirittura si ignorano? Come per le regioni del cervello, abbattere quella barriera potrebbe essere la chiave per l’innovazione.
2. Facilita la comunicazione tra differenti dipartimenti della tua azienda
È normale che il dipartimento delle Risorse Umane e quello del Marketing, o quello delle Risorse Umane e il dipartimento Logistica, non collaborino per ogni piccola cosa. Le specializzazioni esistono per un motivo; sono efficienti. Ma è facile cadere in una routine per cui i diversi dipartimenti comunicano raramente, se non per niente. Siamo tutti impegnati. Chi ha tempo per una riunione in più? Ma questa ricerca sull’innovazione suggerisce che questa mancanza di comunicazione potrebbe realmente essere un’opportunità mancata. Se la tua azienda è caduta in questa trappola prova a seguire il Modello EQ di Six Seconds per analizzare le pratiche usuali e considerare delle alternative che potrebbero essere messe in pratica per creare una cultura più innovativa.
Self Awareness: Qual è la situazione attuale? C’è una mancanza di interazione tra gli individui e i dipartimenti dell’azienda?
Self Management: Quali decisioni hai preso per incoraggiare un ambiente più collaborativo? Quali sono i pro e i contro di chiedere più opinioni riguardo i progetti aziendali?
Self Direction: Perchè ti attrae la creazione di un ambiente più innovativo? Come si relaziona con il Noble Goal della tua azienda?
3. Coltiva nuove idee anche se incomplete o irrealistiche
Il cervello ama la certezza. Ama avere ragione, essere sicuro. Questa tendenza può rendere difficile – come leader o collega – lasciare lo spazio perchè crescano nuove idee. È molto più semplice analizzare un’idea e sottolineare tutti i motivi per cui non può funzionare, specialmente se l’idea è di una persona che ha la tendenza a essere irrealista. Ma l’innovazione nasce dall’abilità di passare da sognare Ma l’innovazione nasce dalla capacità di passare costantemente tra il sognare le idee, esaminarle, modificarle e sognare altre idee. Questo vuol dire che bisogna creare un ambiente in cui è accettabile sostenere idee fuori dagli schemi. Questo non vuol dire proporre un’idea su cui nutri ancora dei dubbi, ma ascoltare quell’idea e tenerla in considerazione anche se il tempismo non è quello giusto, o una parte non è ancora stata perfezionata.
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