A volte basta la proposta di un sognatore, tre persone che buttano il cuore oltre l’ostacolo e un formatore che mostri l’orizzonte, per far accadere ciò che mai si avrebbe pensato.

È iniziato così il nostro percorso EQ Educator sotto la preziosa guida di Manuel Caviglia che ci ha condotto lungo quei sentieri già battuti, quelli dell’educazione, fornendoci però di un equipaggiamento nuovo. Tre corsi, sei lezioni, dove potersi confrontare e poter sperimentare il lavoro svolto a casa (a scuola in verità, per comodità e voglia di studiare insieme).

Aggiungete poi la voglia di mettersi in gioco, di condividere, di lanciarsi subito sul campo per rispondere alle necessità di questo periodo, e il gioco è fatto. Ecco che ci siamo ritrovati a progettare e programmare tre settimane di camp estivi per la scuola primaria nella quale insegniamo, con l’immensa ricchezza di appartenere a tre ambiti educativi diversi: sport, musica e didattica. Così è nato il M.A.R.S Camp 2021.

Mars, Marte, il pianeta rosso, colore del fuoco, quello che abbiamo voluto far tornare a bruciare nel cuore dei nostri ragazzi per poter riassaporare le cose belle che abbiamo perso in questo periodo di fermo pressoché totale. M.A.R.S. più semplicemente sono le lettere simbolo che formano il gioco di parole pensate per questo camp, trasversalmente connesse alle discipline che abbiamo proposto e che ricalcano in parte l’acronimo della metodologia di Six Seconds: Motivare, Attivare e Riflettere. Ci abbiamo aggiunto il Sogno perché è uno degli ingredienti del nostro essere.

Le “discipline”: Musica, Activities, Relazioni e Sport.

Il camp ogni settimana aveva una tematica ben precisa con degli obiettivi chiari e mirati. La prima settimana, “Facciamo squadra e ripartiamo”, aveva come obiettivo l’ascolto di sé e degli altri con lo scopo di entrare sempre meglio in relazione e riuscire a fare squadra. La seconda settimana, “Scopri il supereroe che c’è in te”, ci ha visto mettere in gioco le competenze dell’autonomia e della fiducia in noi stessi. La terza settimana, “Problem? Solving!” ci ha fatto allenare il nostro spirito di iniziativa per poter affrontare al meglio ogni situazione.

La struttura del Motivare, Attivare, Riflettere è stata declinata all’interno della settimana che vedeva nel lunedì il giorno della motivazione, nel venerdì quello della celebrazione di ciò che abbiamo messo in atto negli altri giorni della settimana. Ogni giorno poi era suddiviso con lo stesso criterio: la partenza motivante con l’Inno e con uno sketch dove gli educatori si mettevano in gioco con una piccola drammatizzazione, l’attivazione nei vari gruppi di lavoro, e la chiusura della giornata con una riflessione comune. Anche le lezioni, a loro volta, hanno mantenuto questa divisione.

Musica, con il maestro Lorenzo. Alla scoperta della propria voce. Molte le attività ludiche proposte: mimo, ascolto, creazione di strumenti, uso della voce, messa in campo delle proprie capacità, del proprio sentire e del saper ascoltare.

Activities, con le Teachers madrelingua Selina e Simone, attività per divertirsi e rilassarsi con l’inglese.

Relazioni, attività di EQ tenute da noi che abbiamo voluto sperimentarci sul campo. Testa, mani e cuore per conoscere meglio noi stessi e gli altri ed esprimerlo con ogni parte di noi.

Sport, con il maestro Diego. Lo sport ci permette di stare insieme imparando il rispetto, la cooperazione e uno scopo comune.

Sono state tre settimane intense, vissute con entusiasmo e gioia. Siamo partiti con la ricchezza del corso appena finito, dello scambio avvenuto in aula e dei vari input e delle varie riflessioni dateci da Manuel, ma con un qualcosa tra le mani che ci sembrava un po’ più grande di noi. “Nessuna strada è la strada” e “La saggezza è dentro di noi” sono stati i nostri mantra motivanti che ogni tanto con ironia e affetto ci consegnavamo a vicenda. Certo è che l’unione di testa, mani e cuore, ha fatto la differenza. La collaborazione tra noi educatori nel progettare ogni giornata avendo a cuore lo stesso tema e gli stessi obiettivi, ha fatto sì che i ragazzi venissero ascoltati e poi raggiunti da un messaggio univoco importante ma non pesante, essenziale e non ingombrante. Una mamma di una bimba di prima elementare ci ha scritto incredula per le riflessioni che la figlia riportava a casa, un’altra, senza parole, ci ha mostrato un disegno con un messaggio d’affetto del figlio che mai era riuscito ad esprimersi in tal modo… Questi alcuni ritorni che ci hanno riempito il cuore. Più di tutto però i loro volti, la loro gioia, le loro semplici riflessioni, mai banali. E la fatica della relazione tra i bambini, perché a fine anno scolastico, dopo un periodo così difficile, abbiamo vissuto anche questo. Ma anche attraverso i momenti più critici, abbiamo saputo, insieme – e questa è la carta vincente -, arrivare a chiamare per nome ciò che ci abita. E non è poco.

Ci portiamo a casa i sorrisi. Quelli dei ragazzi, delle famiglie e i nostri.

Marianna Andreotta, Paolo Coen e Paolo Peri (Docenti Scuola San Giuseppe di Arese (MI)