La Scuola è totalmente scomparsa dal dibattito politico di queste settimane e purtroppo anche negli ultimi anni non è stata considerata come una reale priorità. È strano, soprattutto se consideriamo quanto sia strategica per il futuro: per la competitività del Paese e per la felicità dei nostri ragazzi. Crediamo quindi che la Scuola debba tornare al centro, per capire cosa ci prefiggiamo per il nostro avvenire.
La Scuola che vogliamo deve essere a misura di studente, basata su quello che ci hanno insegnato le neuroscienze e quello che abbiamo sperimentato in anni di innovazione nel campo dell’apprendimento, con un ruolo sempre più supportivo dell’insegnante e una collaborazione continua con i genitori.
In sintesi, ecco cosa ci aspettiamo dalla nostra Scuola:
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risultati di eccellenza – come si può raggiungere il massimo in termini di apprendimento? le neuroscienze ci hanno spiegato che allenarsi, creando curiosità e mantenendo emozioni piacevoli, sia la chiave per ottenere risultati. Questo significa ripensare l’insegnamento. Insegnare non significa “dire” le cose ma garantire che si inneschi un meccanismo di curiosità, che invogli a sperimentare e attivare un livello di pensiero più complesso, per poi riflettere su come utilizzare le cose imparate e allenarsi. È però fondamentale mantenere l’attenzione sulle emozioni. Se l’allenamento diventa noia o frustrazione il nostro cervello non sarà più in grado di funzionare al meglio. Le emozioni piacevoli vanno ricercate oltre che nel processo di insegnamento anche nell’ambiente scolastico, nella relazione tra studenti, studenti/insegnati e insegnanti/genitori che preveda accordi basati su regole condivise, che generino responsabilità e motivazione. Molte ricerche segnalano come un buon clima relazionale percepito sia un predittore di migliori risultati accademici. L’apprendimento non può essere sofferenza, occorre riconsiderare il nostro modo di “fare Scuola” aiutando i ragazzi a capire qual è il metodo per acquisire conoscenze e creando le condizioni affinché ciò avvenga in un ambiente facilitante.
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competenze socio-emotive – in un mondo globale dove il cambiamento è la normalità e l’incertezza e lo stress sono sicuri compagni di viaggio, un piano di studi unicamente razionale non è più sufficiente, serve ma non basta. Dobbiamo supportare gli studenti a comprendere e gestire le proprie emozioni in modo che possano utilizzare a pieno le potenzialità del cervello e vivere le novità non come minaccia ma come possibilità di crescita; possano sviluppare un pensiero critico, rispettoso e responsabile adatto ai tempi. La sfida dei nostri ragazzi non è più memorizzare l’informazione, ma imparare a cercarla, internet ne fornisce in abbondanza, e comprendere se ciò che individuano è credibile e utilizzabile in maniera intelligente. Non sorprende che il livello di Intelligenza Emotiva sia in relazione ai risultati che una persona ottiene nella vita. Inoltre, non è da sottovalutare il legame tra le competenze socio-emotive e il livello di salute generale e benessere. Se non siamo in grado di gestire la crescente pressione e insicurezza, il rischio che corriamo è la trasformazione di questo stress cronico in vere e proprie malattie.
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realizzazione e felicitàdegli studenti – la scuola deve porsi l’obiettivo di aiutare lo studente a raggiungere la felicità. Questo significa che comprendere le attitudini e le passioni dei ragazzi è uno dei compiti fondamentali degli insegnanti e dei genitori. Veniamo da un meccanismo che tende ad uniformare piuttosto che a valorizzare le differenze. Se l’obiettivo è avere la sufficienza ovunque, rischio di non approfondire la materia che mi viene più facile, e che magari mi piace di più, per concentrarmi su quello che non sono capace di fare. Non sorprende che questo meccanismo generi frustrazione, infelicità e mediocrità. La scuola dovrebbe offrire possibilità di apprendimento fondamentali uguali per tutti, ma poi dovrebbe accompagnare gli allievi ad individuare e utilizzare il talento. Investire sui punti di forza porta ad aumentare la motivazione e ad ottenere risultati formidabili in termini di apprendimento. Siamo persone diverse con passioni diverse e talenti diversi: la scuola può davvero permettersi di non valorizzare queste unicità, di non aiutare i ragazzi a capire cosa davvero interessa loro nella vita e cosa significa realizzarsi come persone?
Il rischio è che queste richieste vengano bollate come utopia nel nostro Paese. In realtà, ogni genitore non smetterà mai di sognare un futuro migliore per il proprio figlio, anche se questo significa avere il coraggio e fare lo sforzo di pensare fuori dagli schemi, oltre i limiti di un modello ormai sconfitto dai risultati. Sistemi educativi che mettono in pratica le cose da noi scritte esistono già nel mondo.
Ne vogliamo almeno parlare?
La tua risposta è SI? Ci sono almeno 3 cose che puoi fare:
– FIRMA la petizione
– Lasciaci un commento
– Approfondisci il Case History Scuola
Ho tre figli con età compresa ta i 13 e i 16 anni (3° media, 1° superiore e 2° superiore) e in tutti questi anni di scuola, di programmi scolastici, ho riscontrato pochissime volte un approccio alle materie, all’insegnamento, alle modalità di studio suggerite dagli insegnanti, che si discostasse dalla tradizionale trasmissione di nozioni. Vuoi forse per una “mancanza” dal lato degli insegnanti, vuoi per poca volontà da parte dei ragazzi, ma difficilmente li ho sentiti “utilizzare” quelle conoscenze ricevute/acquisite in modo trasversale, sinergico tra materia e materia. Senza contare tutte le volte che li ho sentiti insofferenti verso la scuola, non come istituzione, ma per una questione di “noia”, di pesantezza nelle lezioni. Be venga allora un metodo che tenga conto delle attitudini e dei talenti individuali, che li possa indirizzare in modo specifico ad affrontare lo studio e ad utilizzare le conoscenze in modo sinergico, facendo crescere in loro la “curiosità della conoscenza”… e magari sfruttare di più metodologie come il “pensiero laterale” per affrontare e discutere le problematiche, sia tra studenti che con i docenti.
Bravi.
Io credo che occuparsi del nostro futuro non sia solo preoccuparsi delle nostre pensioni ma sia creare nuove risorse in grado di essere guide valide.
La qualità di una società si coglie facilmente se si vede come gestisce il proprio sistema scolastico.
Io credo che l’aspetto didattico e formativo debba essere al centro di ogni dibattito politico e sociale importante e sia nostro dovere solleciatre i politici affinchè sia sempre così, affinchè la scuola sia vista come un importante terreno di confronto dove viene giudicato e valutato l’operato di un governo.
Sono perfettamnte daccordo con voi. E’ arrivato il momento in cui per il rilancio di questo paese occorre che la formazione diventi centrale in qualsiasi piano di crescita e sviluppo, partendo dalle scuola primaria lo studio deve essere gioia, piacere, felicità e nella scuola secondaria deve diventare curiosità, desiderio di conoscere e sapere. I docenti devono essere in grado di stimolare le domande da parte degli studenti, devono aiutarli a costruire dei propri metodi di studio efficaci che gli consentano di affrontare l’università in modo sereno e consapevole. Il tutto dovrà essere in grado di sviluppare le ns. attitudini metacognitive e riflessive che ci consentano un apprendimento costante lungo tutto l’anrco della nostra vita, life long learning. Soltanto in questo lo studio avrà un valore tangibile per il singolo e contribuirà alla sua crescita e alla crescita della sua città e del suo paese.
Bravi! Ottima iniziativa, che restituisce entusiasmo, speranza ed orgoglio a tanta gente che vive un presente scadente figlio di una scuola scadente, nella speranza di consegnare ai nostri figli e nipoti un futuro migliore del nostro presente
I tre punti sono tutti molto validi e molto veri, azzarderei un “tremendamente veri”.
Purtroppo la scuola che ho vissuto io al 70% è stata decisamente lontana da quei tre punti.
Ma forse questo mi ha permesso di apprezzare ancora di più quel restante 30%, perchè se è vero che bisogna tendere alla nostra personale eccellenza, è altrettanto vero che nelle “difficoltà” dobbiamo vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Tanti concetti espressi nella petizione, se mi guardo indietro, li rivedo (o non li rivedo purtroppo) in molte occasioni, in molte lezioni, in molti professori o professoresse.
So che alla base c’è uno sviluppo generale della Scuola, dell’insegnamento, ma nel nostro piccolo ognuno ha vissuto, o peggio subito, una formazione scolastica sbagliata ed antiquata.
Guardare oltre, guardare avanti, verso le attitudini, verso il talento, verso le emozioni positive, la curiosità, la creatività, la voglia di imparare divertendosi, il mettersi in discussione con spirito critico, verso un’educazione del rispetto verso gli altri e verso noi stessi: questi sono espressioni di una Scuola con la S maiuscola, una Scuola che cresce, ma che soprattutto fa e deve far crescere.
Se si pensa poi che l’etimologia di scuola viene dal greco antico σχολεῖον (scholeion), da σχολή (scholḗ), termine che significava inizialmente “tempo libero”, si può anche capire quanto sottile dovrebbe essere il confine tra un apprendimento “positivo” ed un divertimento “educativo”.
Ottima iniziativa, sono con voi.
La scuola in questo momento è purtroppo lo specchio del nostro paese: confusa, demotivata e demotivante, incapace di fornire una adeguata risposta.
Sono figlio di un insegnante che nel dopoguerra si inventava ogni possibile forma di coinvolgimento per alunni e famiglie, per stimolare l’interesse per l’apprendimento e aiutare la crescita anche e sopratutto sul lato “umano” (quindi emotivo) e non solo sul frangente culturale.
Ho letto con interesse questa vostra proposta e la condivido appieno: credo altresì che se non si parte da una “riforma” che offra per primi agli insegnanti, strumenti di valutazione del loro operato con incentivi e riconoscimenti ad un buon lavoro, tali da generare motivazione ed entsiasmo, non sia possibile in nessun modo fornire agli alunni/studenti un percorso di apprendimento e crescita di alto livello!
Da cittadino Italiano sentire la news della scorsa settimana che diceva che il livello di formazione degli studenti italiano (in pratica il livello della scuola in Italia) è fra i più bassi dell’intera Europa fa un male tremendo, sia che si abbiano o che non si abbiano figli.
La vostra iniziativa è quindi veramente apprezzabile.
Complimenti!!!
In questo frangente chiederei anche alla scuola di allenare alla speranza. La speranza ha due bellissimi figli, diceva Neruda: lo sdegno per accorgersi delle cose che non vanno ed il coraggio per cambiarle. Conosco svariati amici e conoscenti divenuti genitori sgomenti e disarmati riguardo alla cultura della speranza nei loro figli; cercano maldestramente di scusarsi di consegnare ai figli un mondo dal futuro incerto proteggendoli eccessivamente invece di insegnar loro a pretendere il futuro ed a costruirselo. Cominciamo a spezzare questo circolo vizioso proprio dalla scuola.
finalmente un’iniziativa vera, concreta e interessante ! che il sogno si realizzi !!!!
Premettendo che approvo totalmente il vostro punto di vista, io che insegno in una scuola professionale di roma da ben 35 anni e vengo da una formazione che ha integrato il metodo Montessoriano come modalità di apprendimento non posso che sottolineare ciò che leggo nella vostra proposta.
Ho utilizzato, nel mio insegnamento, la leva della “curiosità, della creatività e dello studio come fonte di arricchimento personale. Ho fornito, dove possibile esperienze pratiche che completassero l’apprendimento teorica e che legassero l’informazione all’emozione dell’esperienza, la mia materia di insegnamento si chiama “metodologie operative” insegna il metodo di lavoro più appropriato per tematiche molto delicate di cui i ragazzi dovranno occuparsi nel loro futuro lavoro di “operatori sociali”.
Come me conosco molti insegnanti che cercano di applicare quanto voi proponete, il problema vero è che in tutti questi anni la scuola italiana non si è solo impoverita, è stata realmente azzerata.
Per destare curiosità,creatività,emozioni, divertimento oltre ad una buona dose di piacere nell’insegnamento si necessita di STRUMENTI adeguati ad una gioventù che ha esigenze sempre diverse.
Serve una coraggiosa sterzata verso una rivalutazione della scuola e dell’università per tutti e di qualità.r Sono queste le priorità poter estendere quanto proponete e permettere a molti insegnanti di realizzare la loro finalità.
bella iniziativa. Condivido su fb in modo da avere maggiore risonanza.. Un abbraccio a Max ed a Manuela…continuate così!!
Credo che la scuola non debba mai perdere l’individualià, e quindi il talento, di ciascuno. Occorre che l’aula diventi un laboratorio di saperi, dove ciascuno, in base alle proprie sensibilità, si apra al confonto con gli altri non per quello che sa, e quindi per quello che deve sapere, ma per quello che è.
Valorizzare la sfera emotiva come fondamentale “enzima” per la condivisione e la crescita del sapere è la prima cosa che un bambino, e poi ragazzo, deve vivere per essere un adulto “felicemente” colto.
Credo che voi siate un prezioso contributo perchè ciò avvenga.
lavorare nelle scuole su queste competenze e con questo approccio vorrebbe dire avere in futuro nelle organizzazioni persone che pensano fuori dagli schemi, liberi da quegli ostacoli relazionali che troppo spesso si trovano a gestire i leader di oggi a causa del “tradizionale” approccio all’insegnamento
Penso comunque che ognuno di noi nel suo piccolo può cominciare a fare qualcosa con i propri bambini o con quelli che gli sono vicini, io cerco di farlo tutti i giorni con la mia bamina e vi assicuro che i risultati sono immediati.
complimenti per la tenacia al team di Six Seconds 🙂
Iniziative di questo calibro rappresentano un Passo importante nella direzione della consapevolezza di come siamo fatti.
Chi ha figli che studiano, avrà sperimentato che imparano solo se lo vogliono. Possiedono una fonte creativa e al tempo stesso qualcosa che blocca le loro possibilità. Lo stesso vale per noi.
Perché l’apprendimento è un atto di volontà? Perché ognuno di noi si accalora, si entusiasma, è davvero presente e partecipe quando sviluppa interesse per qualcosa che lo tocca, che lo muove dentro e lo spinge ad agire anche fuori, a rinnovarsi ancora, in virtù di questo qualcosa che assume per lui “quel certo valore”!
Ho una figlia che ha quasi 13, e dall’anno 2012, per la prima volta, è iscritta in una scuola Italiana perchè lei è nata e cresciuta, fino ad 1 e 1/2 fà, negli Stati Uniti, New York.
le differenze didattiche e strutturali sono abissali ed in ambe due ci sono lati positivi e negativi. le nostre scuole hanno delle ottime basi/radici ma tendono ad essere fin troppo teorici/didattici portando i bambini alla antipatia e noia totale per determinate materie. dall’altra parte negli Stati Uniti passano determinate nozioni fin troppo all’acqua di rosa o addirittura non menzionano neanche …… la Storia d’Europa/Italia, la storia dell’Architettura Italiana ed Europea, la Geografia concentrano l’insegnamento solo sul loro Continente ed in questo non c’è niente di buono….perchè non esiste solo l’America ma quello che è di buono è come lo insegnano!
mia figlia dai tempi dell’asilo ha imparato: l’alfabeto cantandolo, le tabelline cantandole e i nomi di tutti gli Stati Americani!!niente di più divertente che imparare tutto ciò in tono musicale, senza poi sottolineare che tutte le mattine, dalla prima elementare si canta l’inno Nazionale! e lo sappiamo bene che gli Americani sono molto patriottici ma cosa ci sarebbe di male se i figli degli Italiani conoscessero il loro inno Nazionale?
comunque al di là della Nazionalità o meno diciamo che le strutture scolastiche dedicano una grossa parte delle ore scolastiche alla musica/teatro/creatività ed attività sportive, considerando il fatto che l’orario scolastico si prolunga fino alle 15:10.
se potessimo fare una fusione delle due educazioni e strutture sarebbe l’ideale!
grazie.
Lavoro da molti anni nella scuola, vicina alla scuola, dentro e fuori. Faccio formazione a genitori ed insegnanti, lavoro con i ragazzi ed i bambini e vi dico che non è affatto UTOPIA e che in Italia c’è già chi prova a titolo più o meno personale a portare avanti questa logica, ma c’è bisogno di essere in tanti a credere che non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo aiutare i nostri bambini ed i nostri ragazzi a crearne uno che non NON POSSIAMO NEPPURE IMMAGINARE!!!!! Dobbiamo essere tanti a dare spazi e tempi alle nuove generazioni di scoprire, esprimere e condividere i propri talenti e le proprie potenzialità. Molti insegnanti sono pronti e tanto genitori e ragazzi non aspettano altro!!!! Io ci credo
Cari amici, vi dico grazie per la corale istanza! C’é necessita di dar voce ai ns bambini ed il compito é di noi adulti sia che siamo genitori o insegnanti. Dal mondo dei piccoli vi confermo che le scoperte sulle emozioni e sui percorsi emozionali , desta in me grande rispetto e parimenti in loro grande fiducia nelle proprie sensibilità ed anche in me che li supporto! Ho tanto desiderato iniziare il progetto con famiglie ed i loro bambini di 4 e 5 anni,e confermo che dopo due mesi dall’avvio la consapevolezza dei bambini é crescente e la serenità e motivazione degli adulti é un’evidenza. Sapete vengo proprio ora dall’incontro settimanale in cui abbiamo navigato le emozioni: le loro riflessioni possono stupire! Vedete stando con lo?ro giú giù alla loro altezza, ho recuperato tutto lo stupore del mio cuore!
Da tempi non sospetti affermo che il miglior modo per fermare il declino non si ottine agendo nell’immediato presente (seppur necessario in questa fase) ma investendo nelle generazioni future, donando ai bambini ed a chi ancora alle prese con lo studio, tutti gli strumenti necessari per conoscere e scegliere le soluzioni migliori. Ottima iniziativa…auguri
Salve, sono un coach e lavoro molto su obiettivi educativi con genitori desiderosi di supportare i propri figli.
Molti si chiedono perchè gli insegnati non vengono formati per acquisire gli stessi strumenti, sarebbe bello dicono spesso!
La consapevolezza che c’è la possibilità di migliorare in modo concreto la nostra scuola è ormai davanti agli occhi di tutti!
I passi da fare per realizzare ciò sono molti, questa petizione mi sembra un buon inizio, sarebbe bello poter partecipare attivamente.
Io ci sono, con la firma e con le idee!
mi sento fortunata, per la mia secondogenita ha avuto una INSEGNANTE attenta agli allievi ed ai modi più
Adatti ai singoli allievi, a volte non compresa da genitori. Il maggiore ha cambiato scuola passando da un tecnico ad un professionale… Mi e’ dispiaciuto perché temo sia stata una scelta forzata, ma contenta di vederlo sereno: qui ci sono INSEGNANTI, quelli che resistono, che si preoccupano dei ragazzi e non del programma scolastico.
Spero che la scuola che vogliamo SIA PER TUTTI e non solo PER CHI SE LO PUÒ PERMETTERE ECONOMICAMENTE
SE COSI’ FOSSE DOVREI ANNULLARE FIRMA DI PETIZIONE