Mettere in campo le proprie emozioni in maniera autentica è veramente un segno di “debolezza” o, “autenticità”?
Vi è mai capitato di trovarvi in competizione con qualcun altro ovvero nella condizione di dover dimostrare a chi vi circondava di essere migliori e preferibili ad altri?
Questa è la situazione umana in cui si trova chi partecipa, per esempio, ad un concorso, ad una selezione, ad una gara o meglio ancora ad una elezione politica. La riflessione prende spunto da quanto sta accadendo in questi giorni negli Stati Uniti impegnati, come molti sapranno, nelle elezioni politiche che decreteranno i due candidati per la Casa Bianca.
Tra i nomi più conosciuti c’è Hillary Clinton che dopo le grandi attese precedute alla partenza delle elezioni si è trovata a raccogliere meno voti del previsto.
A questa prima sconfitta hanno fatto seguito voci che la davano in ritiro, alle voci sono seguite ovviamente le smentite che hanno portato, in fine, ad un episodio molto particolare, infatti, in occasione di una tavola rotonda le viene posta una domanda a cui lei risponde mettendo in campo le proprie emozioni, e apparendo visibilmente commossa e coinvolta. (vedi il video su you tube)
L’accaduto ha scatenato numerose considerazioni tra chi ritiene che abbaia “sbagliato” nel mostrare il suo lato “debole” e chi invece ha apprezzato.
Il risultato è stato che dopo l’accaduto Hillary Clinton ha ottenuto maggiori voti rispetto a quanti ne prevedevano i sondaggi..
Cosa è accaduto a vostro parere?
Mettere in campo le proprie emozioni in maniera autentica è veramente un segno di “debolezza” o, invece, di “autenticità”?
Dal nostro punto di vista quello a cui abbiamo assistito è un esempio della forza delle emozioni e di quanto, le persone che ci osservano, siano in grado di cogliere l’autenticità o meno del nostro comportamento.
Uno dei principi dell’Intelligenza Emotiva ci dice che non siamo attori così bravi come riteniamo di essere e che i “segnali deboli” che le emozioni producono a livello fisico e fisiologico non sono mascherabili ad un attento osservatore.