Pratica il Tuo Scopo: Cosa fare visto che i Buoni Propositi Non Funzionano
A parte far vendere un sacco di iscrizioni in palestra, i Buoni Propositi per il nuovo anno servono a qualcosa? Applicando un po’ di intelligenza emotiva è ovvio il motivo per cui i Buoni Propositi non funzionano (qui, qui, e qui). Cosa possiamo fare, allora?
L’Intelligenza Emotiva della Paura e del Fallimento
La maggior parte dei buoni propositi sono basati sulla paura e sul fallimento. Riguardano quello che non va in noi… sono assoluti… e stabiliamo degli standard impossibili da raggiungere. “Finalmente mi rimetterò in forma”. “Questo è l’anno in cui scriverò un libro”, “Chiamerò mia madre ogni singola settimana”. Pieni di aspirazione e della meraviglia della svolta di un altro anno, ci tuffiamo dentro: quest’anno sarà diverso.
“Siamo davvero pessimi nel fissare obiettivi ragionevoli”, ha detto Amy Cuddy a Business Insider nel 2014. E “quando non raggiungiamo un obiettivo irragionevole, ci riempiamo di ansia e abbassiamo la nostra autostima” ha aggiunto Rich Feloni.
Poi, la vita accade, e noi cediamo. E confermiamo le nostre peggiori paure: “Lo sapevo. Non ce la farò mai a _____”. Di fronte all’assolutismo delle nostre “risoluzioni”, siamo in una dicotomia di successo continuo o di fallimento immediato. E’ il round del gioco della morte improvvisa, ogni giorno. Così il nostro stress aumenta. I nostri sistemi surrenali si attivano. Diventiamo più paurosi.
I sentimenti che nascono dalla nostra attenzione per i problemi, come la paura, la rabbia, la gelosia, la vergogna, sono, in effetti, potenti motivatori. Sono collegati alla sopravvivenza, e fanno sì che il nostro cervello e il nostro corpo si concentrino sul problema. Ci motivano a proteggere e a sopravvivere alla minaccia a breve termine.
La paura e la rabbia sono altamente motivanti, ma le emozioni focalizzate sul problema ci portano alla difesa e all’attacco, non alla collaborazione e al rischio positivo.
Questo è utile se il tuo obiettivo è quello di costruire un muro intorno al tuo cuore. Per fare un passo indietro dalla compassione all’auto-conservazione. Per restringere la tua visione verso la sopravvivenza. È per questo che molti politici amano suscitare questi sentimenti: ci rendono, individualmente e collettivamente, deboli e manipolabili perché ci allontanano dall’innovazione, dal rischio e dalla collaborazione. Eppure, se vogliamo spiegare le nostre ali e crescere insieme e individualmente… non sono proprio queste le risorse di cui abbiamo più bisogno?
Poi, quando sperimentiamo il fallimento, intensifichiamo il nostro senso di fallimento. “Non solo sono in sovrappeso, ma non riesco nemmeno a mantenere un semplice buon proposito”. Aumentiamo la nostra miseria e l’anno successivo paghiamo un abbonamento alla palestra ancora più costoso. O, più tragicamente, commettiamo autolesionismo.
Visione Chiara vs. l’Auto-Rifiuto: Cosa Fare Al Posto dei Buoni Propositi
Dato che i buoni propositi basati sulla vergogna di sé e sulla paura di non essere abbastanza ci hanno fatto cadere nella trappola della visione ristretta, forse abbiamo bisogno del contrario. Invece di concentrarci su ciò che è sbagliato e inadeguato, cosa succede se ci concentriamo su ciò che vogliamo di più al mondo? E se uscissimo dall’isolamento auto-imposto e entrassimo nel mondo più grande che ha bisogno di noi?
Chiarire il nostro obiettivo inizia guardando il mondo reale, le persone reali, vedendo con i nostri occhi e sentendo con il nostro cuore.
Guardati intorno. Non ai titoli dei giornali, ma alle persone reali. Non “da qualche parte là fuori”, ma per strada. Ascolta la canzone di Oceania e chiediti: Cosa ti sta chiamando? Ehi, è Capodanno, concediti un momento per sognare in grande. E se..? E se il mondo avesse bisogno di te… a cosa potresti servirgli? E se potessi rendere migliore una cosa là fuori… quale sarebbe?
Ora, scava in quella visione. Fai un disegno. Rimani sveglio tutta la notte a scrivere come Jerry McGuire. Cantala dal tuo tetto. Prendi un caffè con i vecchi amici e racconta loro la storia. Fai una metafora. Vai a fare una lunga passeggiata sulla spiaggia e parla con il tuo cane. Non c’è una ricetta segreta, nessun trucco. Solo un processo di rafforzamento, di chiarimento: sentire la visione crescere. Continua a chiederti: perché? Perché è importante? Come sarà per fare questa differenza?
Neuroscienze del cambiamento: Aumentare l’energia emotiva della visione futura in modo che sia più potente dei vecchi trigger.
Questo processo è come caricare la molla dell’orologio del proprio futuro. Rendendo la visione abbastanza chiara da sentirla, le si dà potere. In questo meraviglioso programma di RadioLab sul cambiamento, il neuroscienziato David Eagleman parla di questo processo di fare un patto con il nostro IO futuro. In sostanza, dice che le emozioni motivano la nostra azione, e se le emozioni che ci spingono verso l’opzione A sono più potenti, lo facciamo. Ma se vogliamo arrivare all’opzione B, dobbiamo aumentare l’energia emotiva – aumentare la “valenza” di quella visione.
I buoni propositi per l’anno nuovo non funzionano. Invece, cosa succede se chiariamo il nostro scopo e troviamo il modo di metterlo in pratica?
Praticare uno Scopo: Come Fare un Passo Avanti
Poi, invece di formulare dei buoni propositi del tipo: “Andrò a fare X cose ogni giorno”, poniti delle domande aperte, come ad esempio:
- Quali sono i mattoni necessari per realizzare questa visione, quali sono i micropassi lungo il percorso?
- Quali sono ALCUNI dei passi che potrei fare per apportare piccoli miglioramenti a questa visione?
- Cosa potrei crescere o rafforzare in me stesso che mi aiuterebbe a sostenere questa visione?
Poi considera le opportunità: quando e dove ho la possibilità di fare pratica puntando in quella direzione?
Malcolm Gladwell ha scritto della potenza di 10.000 ore di pratica. Purtroppo, ha citato male la ricerca, e non c’è magia nel numero di ore. Ma il TIPO di pratica conta molto. Non si tratta di “oggi ho fallito nel mio buon proposito”, ma di “ho 2 minuti di tempo: come posso usarli bene in questo momento?”
Ogni giorno abbiamo molte (a volte troppe!) opportunità per praticare l’intelligenza emotiva.
La Visione Catalizza il Cambiamento: La Nostra Visione della Pratica
Cosa succede quando la visione diventa reale, quando individualmente e insieme la puoi sentire che ti tira? In Six Seconds, qualche anno fa abbiamo adottato una nuova visione: stiamo lavorando per far sì che un miliardo di persone pratichino l’intelligenza emotiva entro il 2039. All’inizio, evocava grandi domande e, a sua volta, queste domande ci stimolavano a trasformarci:
- Cos’è l’Intelligenza Emotiva e come si pratica?
- Chi sono le persone e di cosa hanno bisogno?
- Che tipo di organizzazione può sostenere le persone in questo tipo di pratica?
Come spesso accade, quando vediamo le cose in modo diverso avviene il cambiamento. Questa visione ha trasformato la nostra organizzazione. Per esempio: abbiamo chiuso tutti i nostri uffici a scopo di lucro in tutto il mondo e ci siamo nuovamente impegnati a costruire una community globale. Abbiamo riorganizzato i nostri ruoli e i nostri team creando opportunità di coinvolgimento, come i nostri Network Leader volontari e le collaborazioni gratuite globali come la Giornata Universale dell’Infanzia delle Nazioni Unite. Abbiamo ricostruito i nostri prodotti. Abbiamo focalizzato la nostra pratica e il nostro apprendimento. Ma nessuna di queste è stata “un buon proposito”. Nessuno diceva: “stiamo facendo qualcosa di sbagliato, dobbiamo rimediare”. Sono tutti esempi di pratica, stimolati da una visione avvincente.
Quando la visione è avvincente, la SENTI che ti spinge. Il cambiamento si sviluppa, non attraverso la forza della paura e del dovere… attraverso la speranza e il duro lavoro guidato dalla passione.
Ecco un buon proposito per il nuovo anno: divertiti con le possibilità. Vedi il futuro ogni giorno un po’ più chiaramente. E sperimenta. Quando sbagli, non abbatterti, siamo tutti qui a praticare con te, siamo una comunità di praticanti. Goditi il viaggio dell’apprendimento – e tutti noi abbiamo molte possibilità di riprovare, di imparare ancora un po’, di fare pratica con più attenzione.
Non-Buon Proposito del nuovo anno: siamo tutti qui a fare pratica. Quando sbagliamo, è solo un’altra opportunità.