Il Paradosso della Self Direction
Cosa vuoi veramente? E cosa daresti per trovarlo?
E se avessi una tabella di marcia, un processo, per mettere la tua intelligenza emotiva al servizio di questo obiettivo?
L’intelligenza emotiva è una risorsa che tutti noi abbiamo, ma è difficile utilizzare questa capacità senza un processo, una tabella di marcia. Nel Modello di Intelligenza Emotiva di Six Seconds, ci sono tre “aree” che formano un processo che permette alle persone di essere più efficaci sfruttando il potere e la saggezza delle emozioni. Le prime due aree sono ragionevolmente semplici, anche se estremamente impegnative da realizzare in modo coerente. La terza è un paradosso che molti trovano contraddittorio… eppure è ciò che rende il modello trasformativo.
Un Processo per l’Utilizzo dell’Intelligenza Emotiva
Self Awareness significa sintonizzarsi sui propri sentimenti e comportamenti, e vedere i legami tra le nostre emozioni, i nostri pensieri e le nostre azioni. Ciò richiede consapevolezza e un’onesta riflessione che è estremamente rara in un mondo frenetico.
Self Management significa fare una pausa per valutare i dati raccolti con la “Self Awareness” e passare da “reazione” a “risposta”. Presentarsi intenzionalmente richiede un delicato equilibrio di autodisciplina e di accettazione di sé – essere il nostro vero sé onestamente, e anche essere migliori ogni giorno.
Self Direction significa assicurarsi che la propria consapevolezza e le proprie scelte siano al servizio del proprio scopo e sostenere gli altri a fare lo stesso. Vivere in modo intenzionale, usare con attenzione i momenti della nostra vita, richiede il SENTIRE il nostro senso di scopo e una connessione empatica con il mondo che ci circonda.
Il Potere di Dare
Per alcuni, la terza area suona come una debolezza, ma in realtà è la più potente. È una specie di super-batteria per il motore del modello — sposta l’EQ di Six Seconds da “bella da avere” a “necessaria”. Noi chiamiamo la terza area “Self Direction”, e si tratta di servire il tuo scopo. Nelle prime due aree, si costruisce la consapevolezza e poi si creano risposte intenzionali. Ma per cosa usiamo questa consapevolezza e questa intenzione?
Nella Self Direction ci assicuriamo che i nostri passi vadano effettivamente in un posto in cui valga la pena di andare. Si tratta di connettersi con gli altri e con il mondo, di trovare uno scopo unico e di servirlo.
A volte le persone reagiscono al termine “Self Direction” perché potrebbe sembrare “troppo bello”, ma in realtà è un processo intensamente pratico. La realtà è che senza questo, raramente otteniamo ciò che vogliamo; indossiamo un’armatura che è un’illusione di protezione che serve solo a isolarci.
Scendere dal Tapis Roulant Edonico
La Self Direction è il modo in cui otteniamo ciò che vogliamo veramente, invece di esercitare semplicemente l’edonismo del tapis roulant, riversando all’infinito le nostre vite in un pozzo senza fondo di autogratificazione o inseguendo la validazione esterna. Il paradosso centrale è che quando “prendiamo” e “proteggiamo” o addirittura “lottiamo” e “vinciamo”, di solito otteniamo l’opposto di ciò che vogliamo veramente; ma quando diamo, otteniamo. Questo principio sfida la logica degli economisti attentamente costruita per guidare i mercati e le industrie e le nazioni in lotta per il predominio – eppure non è meno vero.
Quando siamo concentrati sul prendere, non ne abbiamo mai abbastanza, non siamo mai abbastanza, e siamo profondamente soli. Quando diamo c’è abbondanza, siamo più che sufficienti (ed è per questo che possiamo dare), e siamo profondamente connessi.
Seth Godin ha scritto di recente di questo paradosso e di come il web amplifichi effettivamente i risultati della “Self Direction” (e di prendere) – chiama Filantropi quelli che danno di più, e Banditi quelli che prendono di più: la cosa affascinante per me è quanto siano più soddisfatti e felici i filantropi. Si è scoperto che quando si rende il mondo più piccolo, si riesce a mantenere di più di quello che si ha, ma si finisce per guadagnare molto meno (rispetto, connessioni, guadagni) allo stesso tempo.
Questo corrisponde alla tua esperienza? Quelli che si concentrano sul prendere per sé, alla fine, sono meno connessi, meno completi, meno felici? L’atteggiamento e l’azione del dare genuino sblocca in qualche modo il senso di appartenenza in un mondo più grande?
Servire la Tua Visione Migliora la Tua Carriera
Se questo non bastasse, questo impegno ti farà anche avanzare nella tua carriera. Stiamo analizzando una nuova ricerca, che prende in esame oltre 27.000 individui a livello globale in termini di punteggi di intelligenza emotiva: In generale, un numero maggiore di senior leader ha un EQ più elevato (non è una sorpresa, dato che l’EQ è predittivo del successo della carriera – assunto per IQ, promosso per EQ). La sorpresa, forse, è che la singola competenza di EQ con il maggior divario è la Self Direction, in particolare la capacità di perseguire obiettivi eccellenti.
In effetti, coloro che si trovano nella fascia alta della competenza hanno quasi il doppio delle probabilità di ricoprire i ruoli organizzativi più importanti. C’è un elemento di donazione che riguarda la generosità, un elemento di auto-realizzazione… c’è anche una componente significativa di empatia. Quando ci colleghiamo emotivamente con gli altri, riconosciamo una fondamentale umanità condivisa – sappiamo di essere tutti sulla stessa barca.
Il Business Value della Generosità
È questa connessione che lega il dare sia alla felicità che alla performance. In un affascinante TED talk (il video è qui sotto), Michael Norton discute una serie di studi sulla finanza della felicità. Si PUÒ comprare la felicità, afferma – non è proprio il tipo di transazione che la maggior parte di noi si immagina quando si usa questa frase. Il paradosso del dare.
Mentre molte persone accettano questa nozione di “dare per avere” nella loro vita privata (o almeno in una chiesa/tempio/moschea), sembra essere un enorme salto per gli imprenditori moderni vederne il valore. Eppure alcune aziende attirano e trattengono grandi talenti perché il loro lavoro è importante. Altri hanno creato una cultura della vittoria reciproca che sostiene l’eccellenza – nella ricerca di Norton, quando un individuo riceve un incentivo di 15 euro per se stesso, l’azienda genera 4,5 euro di valore (una perdita di oltre 10 euro)… ma quando gli vengono dati 15 euro da dare a beneficio di altri, l’azienda restituisce un valore enorme di 78 euro (un ROI del 520%). Immaginate di creare un clima di donazione nella vostra azienda – una cultura in cui le persone esercitano la generosità in modo genuino, spontaneo e regolare!
Per un cliente, abbiamo analizzato i fattori legati al successo dei banchieri privati con i clienti. Ci si potrebbe aspettare che coloro che sono spinti finanziariamente e concentrati sul proprio successo ottengano il massimo. Ma ancora una volta, la competenza EQ di Perseguire Obiettivi Eccellenti si dimostra un forte predittore della ricchezza totale che ogni banchiere ha sotto la sua gestione. Quelli del gruppo con i fondi d’investimento più grandi hanno più del 30% di punteggi superiori in “Perseguire Obiettivi Eccellenti” rispetto ai loro colleghi con prestazioni inferiori. I migliori hanno anche mostrato quasi il 25% di punteggi più alti nella competenza di Self Awareness che chiamiamo “Riconoscere i Sentieri Emozionali”.
Coloro che si donano, coloro che hanno uno scopo avvincente, sono più felici e sono più spesso in posizioni di alto livello. Motivano gli altri e costruiscono un valore economico e sociale.
Fare bene e Fare Del Bene
Come possiamo integrarlo nella nostra vita? Dobbiamo accumulare ricchezza per poterla dare? Mentre le persone e le aziende spesso dicono di aver bisogno di “fare bene per fare del bene”, si scopre che l’abbondanza effettiva non è probabilmente la fonte del dare. Mentre ci si potrebbe aspettare che chi sta bene sia più empatico e generoso, alcune ricerche suggeriscono il contrario. È vero che i più ricchi danno molto (e le maggiori donazioni filantropiche provengono da alcuni mecenati favolosamente ricchi) ci sono molti studi che indicano che, in proporzione ai loro mezzi, quelli con meno danno di più.
Che cosa è richiesto, allora? Avere di più non sembra essere la risposta – dobbiamo invece insegnare alle persone a connettersi con le proprie e altrui emozioni. Quale consapevolezza e quali capacità possiamo costruire per permettere alle persone di trascendere l’ego e di connettersi con la loro visione più ampia? E, soprattutto farlo quando sono in tempi di stress e di sfide? Forse uno dei motivi per cui il Modello di Six Seconds è così potente è che fornisce un processo di cambiamento verso questo modo di impegnarsi – per allineare quello che stiamo facendo e come stiamo rispondendo ai nostri obiettivi più significativi.
***