In questi ultimi mesi si è parlato molto nelle aziende e in Italia di stress lavoro correlato e sono stati pubblicati molti dati sull’impatto che lo stress da lavoro avrebbe sulla salute delle persone e sulla redditività delle imprese, complice l’obbligo imposto dal Dlgs. 81 del 2008 che fissava al 1° Agosto 2010 il termine ultimo per effettuare la valutazione del rischio stress lavoro correlato.
A distanza di diversi anni dall’Accordo Quadro Europeo del 2004 (che poneva il tema dello stress lavoro correlato come elemento di preoccupazione per le società, per le aziende e per i lavoratori) e dall’obbligo introdotto con il Dlg. 81, 2008 di valutare il rischio stress al pari di qualsiasi altro rischio per la salute e la sicurezza, in Europa e in Italia sono ancora piuttosto limitate le esperienze di aziende che hanno implementato processi di valutazione e gestione dello stress da lavoro con l’obiettivo di integrarlo nelle pratiche e nelle routine di gestione delle persone e dell’organizzazione.
Tuttavia abbiamo in Italia anche aziende virtuose, caratterizzate da una cultura manageriale particolarmente attenta ai bisogni e alla salute delle persone, capace dunque di far cogliere in anticipo l’opportunità che la valutazione del rischio stress da lavoro offriva alle aziende per fare un ulteriore passaggio nel processo di miglioramento organizzativo.
È il caso di Glaxo Smith Kline, che nello stabilimento di Parma ha applicato la metodologia di Stress Audit per valutare il rischio stress lavoro correlato ed è già impegnata in una serie di interventi formativi ed organizzativi finalizzati a monitorare, eliminare e ridurre il rischio stress puntando sul coinvolgimento delle persone nel processo, sull’aumento della loro consapevolezza rispetto al fenomeno stress e ai sui impatti sulla salute, sul miglioramento e il consolidamento delle loro capacità personali, relazionali e manageriali necessarie a gestire con maggior efficacia l’incertezza, i collaboratori, il tempo e quindi confrontarsi con più serenità con il contesto e l’attività lavorativa, riducendo di conseguenza la percezione di stress.
Abbiamo rivolto tre domande a Federica Marenghi, HR Specialist di Glaxo Smith Kline sui motivi per i quali un’azienda dovrebbe iniziare a lavorare sullo stress e i vantaggi che derivano dall’implementazione della metodologia di Stress Audit, augurandoci che la condivisione dell’esperienza attraverso le parole di chi l’ha vissuta possa chiarire qualche dubbio ancora esistente sull’opportunità di lavorare sullo stress mettendo al centro le persone!
D: Cosa vi ha spinto ad implementare lo Stress Audit?
R: Indubbiamente avevamo la necessità di poter rispondere a una richiesta legislativa ma abbiamo compreso rapidamente che si trattava di un ulteriore strumento che avremmo avuto a disposizione per poter tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. In particolare un mezzo che ci avrebbe permesso di farlo partendo dalle reali percezioni delle persone.
D: Quali informazioni avete ricavato dallo stress audit?
R: Ciò che si evidenzia dall’analisi dei risultati è un quadro chiaro delle categorie di persone a rischio stress. Con l’associazione delle domande aperte del questionario SPA inoltre si ricavano informazioni precise anche sulle situazioni ricorrenti che causano stress. Il quadro che si delinea appare in questo modo completo e indubbiamente utile per poter agire in modo mirato.
D: Cosa avete fatto dopo l’analisi?
R: Sui risultati abbiamo potuto costruire un intervento strutturato. Un approccio che parte dalle percezioni delle persone e che riesce in questo modo a rispondere ad esigenze specifiche. Le azioni che abbiamo pianificato riguardano attività di focus group su quelle categorie di persone che maggiormente percepiscono il problema, per dar voce alle loro problematiche, meglio comprendere quanto emerso e concordare con loro eventuali possibili soluzioni percorribili. Stiamo organizzando inoltre interventi formativi focalizzati a dare ulteriori supporti alle persone nei processi comunicativo – relazionali. Abbiamo pensato a seminari informativi che permettano alle persone di conoscere le problematiche legate allo stress e le eventuali misure da adottare per riuscire a gestire queste situazioni. Abbiamo inoltre inserito nel processo di selezione un questionario che ci permetterà di “misurare” dimensioni inerenti l’intelligenza emotiva ritenendo che queste valutazioni ci aiuteranno a mettere la persona giusta al posto giusto anche per ciò che concerne gli aspetti prettamente emotivo-relazionali fortemente correlati con la capacità di gestire lo stress e confrontarsi con ambienti di lavoro sfidanti.