Perchè sempre più spesso si sente dire che il sorriso ci aiuta a vivere meglio?
Vi siete mai chiesti quando impariamo a sorridere? Osservando i neonati si è visto che la maggior parte di loro imparano a sorridere già a due mesi dalla nascita. C’è chi afferma addirittura, come l’ostetrico britannico Stuart Campbell, che i bambini sorridano addirittura nell’utero materno. La cosa più curiosa è che sembra sia stato osservato che solo i primi sorrisi del bambino sono realmente sinceri e autentici, rimanendo tali fino al compimento del quarto anno di età, dopodichè il sorriso può assumere anche altri significati come, ad esempio, la falsità che nasce dall’arte del mentire per gioco. Purtroppo è nell’età adulta che si tende a sorridere sempre di meno. Anche in questo caso il sorriso assume significati diversi, infatti, si tende più che altro a ridere sguaiatamente, sghignazzare, rumoreggiare. Ovviamente, queste tipologie di sorriso non sono funzionali allo star bene e non ci aiutano ad ottenere i benefici psicofisici.
Ma perchè sempre più spesso si sente dire che il sorriso ci aiuta a vivere meglio? Anche se la maggior parte di noi può essere d’accordo con tale affermazione, quello che risulta difficile è farlo! Troppi pensieri, troppe decisioni da prendere oppure poco tempo, poca voglia, pochi motivazioni. Forse qualche dato sulla salute potrebbe aiutarci a trovare qualche “stimolo” in più.
ESISTE UNA RELAZIONE TRA EMOZIONI E SALUTE?
Secondo la psicocardiolgia, scienza che studia le connessioni profonde tra le emozioni e sistema cardiovascolare: si, esiste una forte relazione tra le emozioni che proviamo e il nostro benessere psicofisico! Emozioni negative e stressanti possono, infatti, favorire l’insorgere di malattie patologiche.
Partendo da queste considerazioni gli studiosi hanno, quindi, cercato di rispondere anche ad un secondo quesito, ovvero: buonumore e ottimismo, possono rappresentare una buona linea di prevenzione e di cura? Karen Matthews, psicologa dell’università di Pittsburgh, condusse uno studio su 209 donne sane in condizione di post-menopausa e scoprì che le più ottimiste tra loro avevano un ispessimento delle arterie carotidee molto basso, intorno all’1%, mentre le donne pessimiste avevano un ispessimento carotideo del 6,5%: l’ottimismo aveva prodotto un effetto benefico sull’organismo e rallentato la progressione dell’aterosclerosi.
Le ricerche condotte sulla risata si sono dimostrate ugualmente interessanti, dimostrando alla fine che anche ridere può essere un buon metodo preventivo contro gli attacchi d’infarto. Il dottor Michael Miller, della facoltà di medicina dell’università del Maryland, osservò, in uno dei suoi studi, che la visione di un film divertente, per 15 minuti, produceva un effetto benefico sul sistema cardiovascolare, pari a quello di un esercizio aerobico. La risata, seguita alla visione del film comico, aveva prodotto, su 19 dei 20 partecipanti, una dilatazione dei vasi sanguigni del 22% più rapida del solito. Ecco perché la medicina ci consiglia di dedicare più tempo al sorriso. Pensate: basterebbero almeno 15 minuti al giorno di sana risata a far sì che il nostro organismo stia meglio ed ottenga effetti benefici, come:
- un aumento dell’ossigenazione del sangue
- ricambio della riserva d’aria nei polmoni
- stimolazione e produzione di serotonina ed endorfine
- stimolazione e produzione di anticorpi
- miglioramento del tono muscolare addominale
- i movimenti del diaframma aumentano l’irrorazione sanguigna degli organi interni
UN ESPERIMENTO CHE FA “SORRIDERE”!
Per sconfiggere la paura dovuta allo scoppio delle bombe del 7 luglio 2005, venne organizzata a Londra, sette settimane dopo gli attentati, una mostra in cui si potevano ammirare trentacinquemila foto di persone sorridenti. L’iniziativa ebbe un grande successo scatenando gli applausi e l’approvazioni di molti londinesi. Nelle recensioni della mostra venne messo in luce che il sorriso è il primo segno d’intelligenza dell’homo sapiens e uno dei fattori che lo distinguono dagli animali (tranne le scimmie, le quali hanno la capacità di sorridere). A confermare gli studi già descritti si aggiunse anche quello del dott. David Lewis che stabilì come le emozioni prodotte in noi quando qualcuno ci sorride e quando noi ricambiamo il sorriso, comportino cambiamenti chimici nel cervello. Sembra, quindi, ormai certo: sorridere crea conseguenze cerebrali che ci permettono di migliorare il ricordo di determinati eventi, ci rendono più ottimisti, motivati, resistenti al dolore e soprattutto ci consentono di mostrarci più positivi verso la vita. Insomma: sorridere fa bene alla salute!
Il consiglio è, quindi, allenare il proprio ottimismo e buonumore, ma con Intelligenza Emotiva: sorridere in modo autentico e sincero! Essere ottimisti non vuol dire pensare che andrà sempre tutto bene, ma sapere di avere un’alternativa, scorgere possibilità dove non sembra ce ne siano: sorridere anche quando si pensa di avere poche ragioni per farlo!
A noi non resta che augurarvi di iniziare il prima possibile!
Fonti:
Underwood, La Repubblica, lunedì 10 ottobre 2005
Ekena Dusi, Enrico Franceschini e Marco Lodoli La domenica di Repubblica, 28 agosto 2005