Tornare a dare dignità a materie come matematica, letteratura, storia, educazione civica va bene ma quando ci renderemo conto che questo NON BASTA? Se osserviamo attentamente quello che è stato realmente fatto per sviluppare programmi educativi in cui l’alunno sia trattato come persona e non come un contenitore da riempire, ci renderemo conto che la strada da percorrere è ancora molto lunga. Continuiamo a dare spazio alle nozioni quindi a sviluppare la parte razionale del nostro cervello lasciando fuori l’altra metà, ovvero la parte emozionale.
Come? Iniziando a sviluppare e allenare anche la loro Intelligenza Emotiva. Sapete che più di un terzo delle parole contenute in un dizionario afferisce alla sfera emotiva? Mentre le ricerche ci dicono che l’analfabetismo emotivo sta crescendo vertiginosamente. Non sappiamo più dare un nome alle nostre emozioni, a quello che proviamo a quello che ci accade “dentro” ai nostri valori e quindi stiamo gradatamente perdendo il senso delle cose e in generale della nostra vita. Una scuola realmente centrata sulla persona dovrebbe portare gli alunni non solo a conoscere il mondo ma anche se stessi: cosa provano, cosa li motiva, quali sono le cose importanti per loro, come imparare ad entrare in contatto con gli altri e così via.
Dare dignità alle emozioni vuol dire dare dignità alla persona e la scuola dovrebbe essere insieme alla famiglia il primo luogo in cui discutere, insegnare ed acquisire queste competenze!
Massimiliano Ghini