L’intelligenza Emotiva può essere intesa come la capacità di comprendere e gestire le emozioni proprie e degli altri. Possedere questa “sensibilità” ci consente di affrontare la quotidianità in modo più efficace senza restare intrappolati nella morsa dei nostri sequestri emotivi che, il più delle volte, rischiano di farci perdere di vista la realtà dei fatti. Pensiamo, ad esempio, a quello che accade quando ci troviamo di fronte a scelte importanti o ancora, quando ci confrontiamo con le persone che ci circondano: per quanto le soluzioni ci possono apparire ovvie spesso restiamo incerti di fronte alla scelta finale o, per quanto si sappia quale atteggiamento sarebbe più opportuno assumere con un collega poco simpatico, ci resta comunque difficile camuffare la nostra diffidenza. Ma perché? Goleman tentò, nel suo best seller “Intelligenza Emotiva”, di rispondere a questa domanda affermando che la responsabilità era da deputare alle nostre emozioni e che allenarsi a comprenderle e gestirle ci avrebbe aiutato a perfezionare la nostra vita privata e professionale. Dalla pubblicazione del suo libro nel 1995 gli studi sull’Intelligenza Emotiva si sono moltiplicati sempre più fino ad arrivare alla definizione di strumenti scientifici in grado di misurare in maniera attendibile il nostro Quoziente Emotivo (Q.E).
I RISULTATI DELLA RICERCA
Sulla scia di queste ricerche è stato condotto in Italia in questi mesi, così come era già accaduto in altri Paesi, uno studio per capire se l’Intelligenza Emotiva è uomo o donna ovvero: esistono differenze tra uomo e donna in materia di intelligenza emotiva? La domanda, che non intende scatenare atavici confronti tra sessi, ha oggi una risposta, infatti, le elaborazioni basate sulle analisi italiane e, confermate anche da studi internazionali, portano a rispondere di sì; esistono differenze tra uomo e donna. La ricerca è stata condotta in Italia attraverso la somministrazione del questionario SEI certificato dal network Six Seconds International e messo a punto per la prima volta dal centro studi italiano. Il questionario, composto da 142 items è in grado di misurare il quoziente emotivo delle persone e, in occasione della ricerca italiana, è stato somministrato ad una popolazione eterogenea composta in percentuali, ovviamente uguali, da rappresentati di entrambe i sessi. L’indagine evidenzia a livello statistico una differenza di genere: le donne hanno una maggiore intelligenza emotiva rispetto agli uomini. Questo non significa chiaramente che tutte le donne hanno un maggior livello di intelligenza emotiva ma che in media si nota una differenza significativa di circa il 6% tra i due sessi. Entrando nello specifico, dalla ricerca emerge come questo dato sia confermato con % diverse in ognuna delle competenze associate all’intelligenza emotiva. Ad esempio, rispetto alla gestione delle proprie emozioni intesa come la “capacità di gestire al meglio le proprie emozioni e quelle delle persone accanto a te” le donne dimostrano di possedere questa competenza in percentuali maggiori (quasi il 10%) rispetto agli uomini facendo registrare il dato più alto di tutta la rilevazione. Altra particolarità emersa dal lavoro è il dato relativo al rapporto tra intelligenza emotiva e titolo di studio. Per le donne il titolo di studio risulta praticamente irrilevante rispetto all’intelligenza emotiva. I valori infatti relativi all’intelligenza emotiva delle persone laureate è in linea con quello delle diplomate. Non accade lo stesso per gli uomini dove i risultati dimostrano che i laureati hanno valori superiori del 5% rispetto ai diplomati. Questo comporta quindi che la forbice di rilevazione tra uomo e donna laureati (5%) si allarghi in maniera importante nel confronto tra uomini e donne diplomati (10%).
IL SONDAGGIO
Sul sito di Six Seconds Italia (network internazionale di intelligenza emotiva) è stato lanciato, parallelamente alla fase di analisi dei risultati sulla ricerca italiana, un sondaggio in cui si chiedeva ai visitatori di esprimere il loro parere in merito alla domanda: L’intelligenza Emotiva è uomo o donna? Il 54,55% ha risposto che le donne hanno maggiore Intelligenza Emotiva; il 36,36% afferma che non ci sono differenze tra uomo e donna mentre il 9,09% afferma che gli uomini hanno maggiore intelligenza Emotiva. E’ importante sottolineare il carattere pionieristico di questi studi rispetto alla realtà italiana dove le ricerche e la sensibilizzazione sull”importanza e il valore dell’Intelligenza Emotiva sono ancora poco diffusi. CONCLUSIONI
Ad oggi, in Italia, sono poche le realtà che si occupano di Intelligenza Emotiva, anche se risultati significativi cominciano a registrarsi grazie alla presenza, anche sul nostro territorio, di Six Seconds il maggior network internazionale sull’Intelligenza Emotiva operante dal 1997. Per aiutare le persone a mettere in pratica e sviluppare la propria IE, Six Seconds ha strutturato il modello Self Science, a cui Dan Goleman dedica un intero capitolo del suo libro. Il modello è basato sul lavoro di Peter Salovey (uno dei membri dell’Advisory Board di Six Seconds) e Jack Mayer , i due psicologi che per primi definirono scientificamente il concetto di l’intelligenza emotiva come “la capacità di percepire emozioni, accedere ad esse e saperle generare per sostenere il pensiero razionale, comprendere sentimenti propri ed altrui, e saperli gestire in modo da promuovere la crescita, intellettuale ed emotiva”. Il modello Self Science distingue tre aree di competenza principali rispetto alla rilevazione del nostro Quoziente Emotivo:
Conosci te stesso si riferisce alla capacità di dare un nome e di comunicare le emozioni cercando di perseguire la strada che congiunge l’emozione al pensiero, attraverso una maggiore auto-consapevolezza delle proprie emozioni e dei propri sentieri emozionali;
Scegli te stesso è la parte relativa alla scelta consapevole e alla gestione delle proprie emozioni (navigare le emozioni)
Dai te stesso riguarda l’allineamento delle tue scelte quotidiane con i tuoi obiettivi.
Dal 2003 il Centro Studi di Six Seconds Italia, con sede a Bologna, ha focalizzato la sua attività sullo sviluppo e la promozione del modello dell’Intelligenza Emotiva in Italia lanciando diversi progetti di approfondimento. Tra le realtà nazionali più sensibili spiccano le aziende che, sempre più attente al contesto internazionale, sono alla ricerca di metodologie efficaci ed innovative per sviluppare le competenze dei propri dipendenti.