a cura di Joshua Freedman
Geetu Bharwaney è una consulente, trainer e manager con una precisa idea del modo in cui l’EQ influisce sulla nostra vita. In questa intervista con Joshua Freedman (direttore dei programmi di Six Seconds International), Geetu racconta del nuovo libro, molti dei punti chiave e la sua visione sulla costruzione dell’EQ.
Geetu Bharwaney è il direttore del Ei World in Gran Bretagna. Il suo nuovo libro è intitolato Emotionally Intelligent Living (Vivere con l’intelligenza emotiva) ed è edito da Crown House Publishing – UK. Dal libro e dalla nostra intervista è evidente che Geetu ha sperimentato il potere che le emozioni hanno nel cambiare la nostra esistenza e ha riconosciuto che un cambiamento significativo è possibile solo quando ciascuno di noi si impegna nel fare piccoli ma importanti cambiamenti nella vita quotidiana.
La prima parte del libro contiene alcune delle maggiori e più comuni domande poste sul tema dell’intelligenza emotiva, con un approfondimento delle definizioni e dell’ assesment. Secondo me, la parte più coinvolgente del libro è la seconda dove Geetu introduce i meccanismi specifici per riallineare la nostra vita personale e professionale facendo leva sul potere del nostro cuore e della nostra mente. L’ultima parte del libro è un invito ad andare oltre. Con molte appendici, esempi e note, Geetu ti conduce verso il cambiamento.
Josh: Perchè hai scritto questo libro?
Geetu: Nel 1998, quando ho cominciato ad interessarmi di emozioni, mi colpì che persone molto competenti nel loro lavoro non riuscivano necessariamente a mostrarlo. Così pensai di rendere loro accessibili molti dei concetti più importanti.
Josh: Qual è la differenza tra questo libro e tutti gli altri libri sull’intelligenza emotiva?
Geetu: Ci sono 5 differenze. Prima di tutto è in parte autobiografia e in parte intelligenza emotiva. Così, piuttosto che parlare di intelligenza emotiva come di un concetto isolato, nel mio libro ci sono molte storie/esempi. La seconda differenza è che penso che tutti i diversi modelli di intelligenza emotiva e le definizioni proposte siano rilevanti, valide e utili; cosi le ho messe assieme. Terzo, questo libro è in parte una guida di riferimento e in parte un auto aiuto. È un mix fra i backgroud già esistenti e collegamenti specifici con differenti settori della vita. Per esempio ci sono capitoli sulla famiglia, sulla carriera e sull’amicizia. È un medley di diversi aspetti della vita. C’è una sessione sulla relazione con gli altri, una sulla leadership ed una sulla relazione con se stessi. Coloro che vogliono approfondire gli aspetti di fondo possono fermarsi a questo livello mentre chi vuole trovare il modo di applicare la teoria alle differenti aree della propria vita può farlo negli altri capitoli. In più per chi vuole approfondire il tema dell’intelligenza emotiva in relazione al contesto lavorativo, il libro contiene in appendice un elenco completo di nomi di associazioni ed una estesa bibliografia su tutto ciò che è stato scritto in questo campo. La quarta ragione è che è scritto in uno stile discorsivo. Parlando con svariate persone a proposito di ciò che legge e della ragione per cui lo fa, ho trovato che molti comprano i libri ma non li leggono perché lo stile è poco accessibile. La quinta ragione è che ho rinunciato a tutti i diritti d’autore per creare un fondo a sostegno di tre settori lavorativi che sembrano essere poco finanziati in Inghilterra ovvero l’istruzione, la sanità e il volontariato. Questa è la ragione principale per cui ho scritto il libro. Le persone di questi settori che ci contattano possono comprare dieci libri ma potrebbero non essere in grado di finanziare ulteriore formazione.
Josh: Prendendo in considerazione una delle aree citate precedentemente, ovvero l’area della relazione con se stessi, quali sono i punti principali che un lettore potrebbe apprendere da questo libro?
Geetu: Prima di tutto molta gente non pensa alla relazione con se stesso come ad una relazione. Un aspetto del lavoro che implica l’intelligenza emotiva è rappresentato dalla facilità con cui ci si focalizza più facilmente sulle altre persone dimenticandosi di se stessi. So che può apparire semplicistico ma è qualcosa che noto spesso. Ogni capitolo contiene 2 attività chiave. Nel capitolo sulla relazione con se stessi ho inserito un’attività che stimola a fare un quadro della propria vita soffermandosi su differenti settori come la famiglia, il tempo libero, l’amicizia e il lavoro e a creare una metafora. Le persone non sempre si concedono tempo per riflettere su di se.
Josh: Questo sembra un incoraggiamento ad una auto-riflessione che dovrebbe aiutare ad integrare i diversi aspetti di se stessi in modo più cosciente.
Geetu: Si, certo. L’ altra attività in quel capitolo aiuta ad diventare più consapevoli degli stati d’animo con i quali si affrontano i differenti aspetti della vita. Nello stesso tempo, ciò porta ad una più attenta riflessione riguardo a com’è la nostra vita.
Josh: Che cosa gli stati d’animo ci dicono o ci danno?
Geetu: Suppongo che essi indichino quando siamo molto infelici e come poter confortarci in questi momenti. Ho partecipato a molti corsi di formazione e, i programmi di Six Seconds sono qui un’eccezione, dove si afferma che ogni sentimento negativo è dannoso ed io sono completamente in disaccordo con questo. Questi sentimenti hanno un grande potere; per esempio Mike Myers scrisse i film di Austin Powers dopo la morte del padre e tutto il suo lavoro fu ispirato dai suoi sentimenti di dolore.
Josh: Quali sono le problematiche organizzative più pressanti che hai visto nel mondo, ed in particolarmente in Inghilterra? Perché questo libro è così necessario?
Geetu: Ciò che noto è che coloro che ricoprono ruoli di rilievo – ho fatto molto lavoro di coaching con i manager – sono di solito molto infelici. Non credo veramente che questi programmi possano creare massicci cambiamenti organizzativi, cambiamenti peraltro possibili a livello dell’individuo. Io lavoro molto anche nelle scuole inglesi e vedo come perfino i bambini che vengono da situazioni privilegiate non sono necessariamente i più capaci emozionalmente ad affrontare la vita. In più questi programmi, utilizzati in svariati campi tra cui l’istruzione, riguardano solo la parte razionale. Con tutto il denaro che le aziende investono in formazione, è una vergogna che molto di esso sia designato soltanto a cervelli analitici e logici perdendo l’opportunità per un sapere più vasto.
Josh: Spesso mi si chiede la differenza tra l’intelligenza emotiva e un centinaio di anni di psicologia e i differenti modi di studiare le persone. Cosa c’è di nuovo?
Geetu: Ci sono 2 o 3 nuovi aspetti, primo fra tutti il riconoscimento dell’importanza delle emozioni. Altro aspetto rilevante è iniziare dal livello di motivazione delle persone al cambiamento, sia che si tratti di un bambino di 8 anni o di un adulto di 62 anni.
Josh: Nel passato sono stati usati una grande quantità di diversi test/questionari psicologici. Qual è la differenza tra i “vecchi” strumenti di valutazione e ciò che tu proponi?
Geetu: La differenza è nella visione olistica del comportamento umano. Per esempio, noi abbiamo usato il Bar-On EQ-i per misurare il quoziente emotivo di 250 studenti di una scuola per ragazzi dotati musicalmente e selezionati puramente su audizioni. L’area dello stress management fu sostanzialmente la più bassa e così siamo stati in grado di progettare un intervento che funzionò. Io ho una preferenza verso il Bar-On; la ragione è che ha una validità cross-culturale. Io lavoro molto in Europa ma anche in Asia e in Africa. I test che ho usato nel passato circa gli interessi lavorativi e lo stress, come il SDI Sullivan Strength Inventory , il Meyers-Briggs e i questionari occupazionali, sembrano mostrare una piccola parte della storia. Il EQ-i ha un robusto modello di funzionamento. Perfino quando lo si utilizza con qualcuno che ricopre un ruolo tecnico e non riconosce di possedere deboli competenze, è molto facile collegare i punteggi con i loro bisogni.
Josh: Quando tu parli di funzionamento mi chiedo se intendi il modo col quale queste abilità o intelligenze si mostrano in ogni giorno della nostra vita.
Geetu: Si, per me il modo con il quale si mostrano queste abilità è in tutto ciò che riguarda l’affettività.
Josh: Tu sei un’esperta di PNL. Questo suo interesse per l’intelligenza emotiva modificherà il tuo modo di pensare circa la PNL ed il suo utilizzo?
Geetu: Ho cominciato a studiare la PNL circa sei anni fa. Molti mi hanno chiesto qual è il legame tra la PNL e l’intelligenza emotiva: la PNL riguarda il “fare” mentre l’intelligenza emotiva riguarda come si è, e come si è con le altre persone. Ora la PNL l’ho messa da parte.
Josh: Che cosa hai imparato durante la stesura del libro e dall’avvio dell’associazione Ei World in Inghilterra?
Geetu: È stato interessante. Negli ultimi anni, ho fatto 11 diversi test dell’intelligenza emotiva e l’EQ-i mi ha aiutata a coniugare la razionalità con l’emotività. Un’area in cui non ero molto competente era il problem solving: io tendo a saltare immediatamente a ciò che credo sia la risposta giusta. Se sei un sognatore e ti fai trasportare dai tuoi desideri e obiettivi, potresti non riuscire a capire realmente com’è la realtà.
Josh: Questa è una combinazione problematica.
Geetu: Certo, è una sfida interessante. Dopo un anno e mezzo ho recentemente rimisurato il mio EQ-i e la buona notizia è nel problem solving ho avuto un miglioramento di circa 15 punti.
Josh: Che cosa hai fatto in pratica per ottenere questi miglioramenti?
Geetu: Ho capito che la maggior parte delle persone che mi circondano sono molto abili nell’esaminare la realtà. Così ho cominciato a chiedere che cosa è realistico e che cosa dobbiamo fare affinché qualcosa si realizzi. Io non sono ancora assolutamente brillante in questo ma ne sono consapevole.
Josh: Puoi spiegare ancora una volta in cosa consiste l’esame della realtà?
Geetu: Separa le opinioni dai fatti. Misura il grado di realismo e si basa su che cosa sta succedendo piuttosto che su che cosa si pensa stia succedendo.
Josh: Quando hai cominciato ad occuparsi di Intelligenza Emotiva?
Geetu: L’associazione è stata create nell’aprile del 1999 ma l’idea risale ad un anno prima. Ho lavorato come coch e docente per più di 11 anni; tre anni fa uno dei miei amici, vedendomi viaggiare in tutto in mondo e passare attraverso un brutto divorzio, mi chiese se traevo valore aggiunto da questi miei viaggi. Fu una bella domanda. Questo amico mi fece notare che il mio lavoro effettivamente consisteva nell’aiutare le persone ad essere più efficienti. Mi incoraggiò a provare e ricercare l’intelligenza emotiva per vedere se ciò poteva avere qualche implicazione sul lavoro così come effettivamente volevo svolgerlo. Così identificai 30 clienti che negli anni erano stati via via promossi a ruoli senior fino ad arrivare a ricoprire un ruolo da quadro. Scrissi loro dicendo che avevo bisogno di 10 volontari per testare qualcosa che conoscevo poco. Rimasi sorpreso quando tutti e 30 accettarono. Due di loro non poterono e dal momento che avevo realmente bisogno solo di 10 persone, strutturai un programma per 10 con un gruppo di controllo formato dai restanti. Fu una piacevole sorpresa vedere come questi senior furono disposti a concederci il loro tempo nonostante il programma fosse di 6 mesi. Alla fine dello studio pilota, tutte queste persone dissero che avrei dovuto fondare questa associazione. In realtà, durante questo studio pilota mi ammalai seriamente e così ho dovuto rimandare l’intero progetto. Questo è come ho compreso l’intera connessione tra le emozioni e la salute. Quando mi guardo indietro, mi sembra di avere perso dei pezzi importanti; è sorprendente come in realtà la capacità di gestire se stessi e di avere buone relazioni sia fortemente correlata con la salute.
Josh: Qual è ora lo scopo dell’associazione?
Geetu: Questa associazione è cresciuta a partire da una piccolo idea fino a diventare una grandiosa idea. L’associazione lavora con altre associazioni, con molte delle grandi aziende e con alcuni dipartimenti governativi. Il libro è uno dei tanti modi possibili per provare a rendere accessibile tale tematica al di fuori di questi gruppi elitari. Noi lavoriamo nei campi della salute, dell’istruzione e del volontariato senza richiedere alcun compenso economico e la società lavora in svariati modi per cercare di sovvenzionarli. Mi sono anche impegnata a scrivere un libro chiamato “La cassetta degli strumenti dell’intelligenza emotiva” rivolto a consulenti che lavorano in organizzazioni e sentono di non avere ancora i mezzi necessari per occuparsi di questa tematica. Questa “cassetta degli attrezzi” fornirà tutti i metodi/strumenti che noi usiamo durante il nostro lavoro.
Josh: Resto in attesa di questo! Vuoi aggiungere altro rispetto al libro, l’intelligenza emotive o il tuo lavoro?
Geetu: Solo che ho sentito molto parlare di te e non vedevo l’ora di incontrarti. Ci sono persone che svolgono molto bene il proprio lavoro ed io sono molto contenta quando posso incontrarle. Io so che Six Seconds condivide la mia visione. In questo campo c’è competizione tra i vari studiosi ma credo che tutti noi stiamo lavorando per il medesimo scopo. Noi riceviamo settimanalmente e-mail da ogni parte del mondo e ciò dimostra il bisogno di trattare questa tematica. Per questo, io realmente sostengo che si possa lavorare insieme.