Nel numero di marzo della rivista Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry è pubblicata una ricerca particolarmente importante dell’Università Vita-Salute San Raffaele
La ricerca, coordinata dallo psicologo clinico Marco Battaglia, arriva alla conclusione che un elevato livello di ansia sociale nei bambini tra i 7 e 9 anni è determinato da difficoltà nell’interpretazione delle espressioni dei volti.
La raccolta dei segnali non verbali aiuta infatti l’interpretazione e l’identificazione dei sentimenti delle persone che ci stanno di fronte. Dalla ricerca emerge un legame molto forte tra quella che comunemente viene chiamata timidezza (la difficoltà di prendere la parola di fronte a persone o la capacità di partecipare a giochi con estranei) e l’interpretazione delle espressioni del volto.
Questo risulta comprensibile pensando al disagio che può provare chi decodifica a fatica il sentimento altrui.
Da queste considerazioni risulta facile il collegamento con l’intelligenza emotiva: la comprensione dei sentimenti altrui è infatti una delle capacità legate ai modelli utilizzati nell’intelligenza emotiva. Nel modello di Mayer, Salovey e Caruso l’identificazione delle emozioni, una delle abilità legate all’intelligenza emotiva, passa anche attraverso la comprensione dei segnali non verbali. Non a caso una delle prove del loro test di abilita per misurare l’intelligenza emotrva (MSCEIT) è basato sulla identificazione dei sentimenti partendo dall’osservazione di fotografie di volti di persone.
Risulta quindi evidente il rapporto tra ansie socili e intelligenza emotiva: un miglioramento dell’intelligenza emotiva può ridurre il livello di ansie. Attenzione però, non è vero che ad un basso livello di ansiia corrisponda sempre elevata intelligenza emotiva! Queste considerazioni ci portano a sottolineare sempre più l’importanza dello sviluppo dell’intelligenza emotiva sia negli adulti che nei bambini: non è mai troppo presto o troppo tardi per lavorare sulla propria intelligenza emotiva….