Munitevi di carta e penna e formate due squadre, poi posizionate il mazzo delle carte delle emozioni al centro del tavolo (disponetelo in modo che il disegno non si veda). A turno ogni partecipante prenderà una carta dal mazzo e, dopo aver scritto su un foglietto il nome dell’espressione raccolta, dovrà mimarla ai compagni della propria squadra.
Regole
– Una volta raccolta la faccina dal mazzo non bisogna farla vedere a nessuno altrimenti il punto verrà assegnato alla squadra avversaria.
– Una volta che i compagni del gruppo avranno deciso l’espressione definitiva e quindi daranno la risposta il “mimo” dovrà far vedere agli altri partecipanti il foglietto su cui ha scritto l’espressione. Se il nome sul foglio corrisponde allora potrete assegnare il punto.
– Il “mimo” non può parlare…altrimenti non sarebbe un mimo!
– una persona dovrà trascrivere su un foglio il nome delle emozioni che verranno a mano a mano mimate. Infatti, una volta che si è usato un nome (per esempio “felicità”) questo nome non potrà più essere usato dagli altri mimi che dovranno sforzarsi di trovare un nome diverso ma simile per le successive emozioni (per esempio “gioia”)
SCOPRI. E’ stato facile o difficile trovare nomi diversi per le varie emozioni?
CONSIDERA. Usare un vocabolario emotivo più ampio aiuta a dare informazioni più precise, prima di tutto a sé stessi e poi agli altri. Se dici a tuo figlio: “quando fai così mi arrabbio” non gli stai dando realmente un’informazione. Se invece gli dici: “quando fai così mi preoccupo e ho paura!” lo stai aiutando a comprendere quello che provi.
INDOVINA CHI
Munitevi di carta e penna e fate dei bigliettini. Su ciascun foglietto scrivete il nome di un partecipante inmodo che ci sia un bigliettino per ciascuno. Ora chiudete i bigliettini e disponeteli in un bicchiere o semplicemente al cento del tavolo. Distribuite tutte le carte sul tavolo, in modo tale che siano visibili a tutti le diverse faccine, e iniziate a giocare! Ogni partecipante dovrà prendere un foglietto e (senza farlo leggere agli altri) scegliere la faccina con l’espressione che più somiglia alla persona scritta sul foglietto pescato. A questo punto, a turno, i partecipanti dovranno rivelare il nome della persona e far vedere la faccina che ha scelto per lei (ovvero quella che la rappresenta di più). Attenzione chi descrive la faccina deve sempre iniziare la frase dicendo: il nome della persona che ho raccolto (per esempio Maria) e aggiungere la frase: mi appare così perché……e spiegare quindi perché ha scelto quella faccina. A questo punto domandate alla persona: ti vedi anche tu così o avresti scelto una faccina diversa? Se si quale?
Variazione: Potete divertirvi a scrivere nei foglietti anche nomi di persone che non sono presenti (insegnanti, amici, nonni etc…) ovviamente non potendogli fare la domanda finale.
SCOPRI. Il modo in cui ti vedono gli altri corrisponde al tuo? Il modo in cui vedi i tuoi figli si incontra con la loro percezione? Attenzione: inserisci nel gioco persone che ruotano intorno ai tuoi figli per vedere come vengono percepite e poi ragiona con loro su questo chiedendogli di raccontare episodi, situazioni e circostanze….è un modo per entrare nel loro mondo e vivere le loro emozioni! Inoltre puoi usare questo gioco anche per scendere più in profondità e analizzare episodi o situazioni che vi hanno coinvolto come famiglia…scoprirai molto sugli altri!
CONSIDERA. Il percepito è più vero del reale! Quindi è importante prestare attenzione al modo in cui gli altri ci vedono perché, a volte, potrebbe non corrispondere all’idea che abbiamo di noi stessi. Avere l’opportunità di riflettere su questo è un buon modo per non cadere in uno degli errori più tipici commessi dagli adulti nei confronti dei bambini o adolescenti ovvero: confondere il loro percepito con la realtà dell’altro (penso che mio figlio sia debole quindi mi comporterò con lui di conseguenza!)