Perché l’Empatia Può Renderti Più Competitivo Nel Mondo Del Lavoro
Man mano che le intelligenze artificiali guidate dall’apprendimento automatico iniziano a superare gli esperti in attività specializzate, le competenze sociali ed emotive saranno sempre più al centro della scena in una vasta gamma di settori. L’empatia è la competenza umana del futuro.
I robot sono arrivati. McKinsey, la società di consulenza globale, ha stimato prima della pandemia che solo negli Stati Uniti, 37 milioni di lavoratori sarebbero stati sostituiti dall’automazione entro il 2030. Recentemente hanno aggiornato quella cifra a 45 milioni. È un terzo dell’intera forza lavoro… nei prossimi 10 anni. Contrariamente a quanto si crede, quei 45 milioni di posti di lavoro a rischio non sono nelle fabbriche; la manifattura è un’industria che, in larga misura, è già stata automatizzata. Questa è la nuova ondata, guidata dall’Intelligenza Artificiale ad apprendimento automatico, e sta colpendo i posti di lavoro dei colletti bianchi – contabili, rappresentanti di vendita, analisti di dati, persino avvocati e medici. “Lavori che pensavamo fossero sicuri”, dice l’editorialista del New York Times Kevin Roose.
Il tuo lavoro è in pericolo? In questa nuova ondata di IA e automazione, cosa puoi fare per renderti insostituibile? Questo è il soggetto dell’ultimo libro di Roose, Futureproof: 9 Rules for Humans in the Age of Automation (A prova di futuro: 9 Regole per gli Umani nell’Era dell’Automazione) , e la risposta è sia sorprendente che stimolante: Rafforzate le vostre abilità unicamente umane, dice Roose – come l’empatia, la creatività e l’intelligenza emotiva – in modo da essere attrezzati per fare le cose che le macchine non possono fare. La conoscenza specialistica è stata un vantaggio competitivo per molto tempo, ma non più. Le nuove frontiere sono l’empatia e l’intelligenza emotiva.
Diamo un’occhiata all’economia nell’era dell’IA e ai consigli pratici per rendere la tua carriera e la tua vita a prova di futuro.
Da avvocato a terapeuta: Come l’empatia ti rende indispensabile
In Futureproof, Roose spiega come si presenterà questa trasformazione in diversi campi:
“Il valore dell’intelligenza emotiva è già ovvio in lavori come la professione sanitaria, il sacerdozio e l’insegnamento. Ma man mano che l’IA e l’automazione entrano in più campi, far sentire le persone connesse e socialmente soddisfatte diventerà un’abilità di alto valore anche in quei campi. I buoni avvocati diventeranno come terapeuti legali – creando fiducia con i clienti e aiutando a risolvere i loro problemi, piuttosto che scrivere semplicemente documenti e fare ricerche. I medici saranno ricercati sulla base di come interagiscono con i pazienti, piuttosto che su quanto bene conoscono gli ultimi protocolli di trattamento. I programmatori di successo non saranno solo geni isolati che sfornano righe di codice; saranno persone che possono guidare team, pensare strategicamente e spiegare concetti tecnici complicati a chi non è un programmatore. Le persone che sono abili nel creare esperienze sociali ed emotive saranno meglio posizionate per il futuro rispetto alle persone la cui abilità primaria è produrre o fare cose.”
Vale la pena notare che questo va direttamente contro il consiglio dominante che abbiamo sentito per anni su come sopravvivere e prosperare nell’era delle macchine. La saggezza convenzionale dice che dobbiamo essere più simili ai computer: specializzarci nelle discipline STEM, imparare a codificare, lavorare in modo iper efficiente. Ma la tesi di Roose è che non saremo in grado di codificare meglio dei computer – già adesso non lo siamo. Ma ciò che gli umani fanno tuttora meglio dell’IA, e lo faranno per il prossimo futuro, sono le abilità che ci rendono unicamente umani, come la connessione a livello emotivo. Ecco perché Google, il World Economic Forum e altri leader di pensiero dicono che l’empatia e l’intelligenza emotiva sono le competenze più importanti per i prossimi 100 anni di lavoro.
I robot stanno davvero per sostituirti nel tuo lavoro? Se sei scettico, non sei solo. La ricerca, tuttavia, è terribilmente chiara: Si.
L’IA toglierà posti di lavoro… ma non il mio!
Kevin Roose ha fatto esperienza in prima persona del pensare che un lavoro sia sicuro, solo per perderlo a favore di un robot. Ha iniziato la sua carriera come giornalista scrivendo storie di utili aziendali, un lavoro che è stato in gran parte automatizzato negli ultimi 10 anni. E ha visto molti altri lavori in redazione, dai redattori ai pubblicitari, essere sostituiti dagli algoritmi di Google e Facebook. Roose non ha esattamente visto arrivare questi cambiamenti, e si scopre che non è solo su questo fronte.
Un fatto interessante sull’automazione e la perdita di posti di lavoro è che anche se la stragrande maggioranza delle persone riconosce che l’IA toglierà il lavoro a qualcuno, raramente pensano che si tratterà di loro stessi. Un sondaggio Gallup del 2017 ha rilevato che mentre il 73% degli adulti statunitensi crede che l’automazione “eliminerà più posti di lavoro di quanti ne crei”, solo il 23% è preoccupato di perdere il proprio lavoro. Questo divario significa che molte persone pensano di non poter essere sostituite, quando in realtà lo saranno. E stiamo parlando di anni, non di decenni. In molti campi, esiste già una tecnologia in cui gli algoritmi del computer superano anche i migliori esperti. Per anni è stata una fantasia fantascientifica pensare che un robot potesse fare il lavoro di un contabile, un avvocato o un medico meglio di loro stessi, ma la ricerca non mente.
IA vs. esperti: La conoscenza specializzata è un’assicurazione?
Ecco alcuni esempi eclatanti di IA che compete con i migliori specialisti umani, citati da Roose in Futureproof:
- Esistono IA che possono individuare errori fiscali più accuratamente dei migliori contabili – e anche in modo esponenzialmente più veloce. La contabilità – basata com’è su regole statiche – è un lavoro che ha il 99% di probabilità di essere automatizzato. (Per un esempio di un contabile determinato a rimanere nell’1%, guarda questo video sul contabile comico di Kevin Roose.)
- Esistono anche IA che superano costantemente i redattori umani, sia in termini di velocità che di precisione. Anche la scrittura di storie che seguono una formula, come le storie di utili aziendali, può essere fatta in modo molto più efficiente dai computer. Da qui il cambio di carriera di Roose.
Neanche la legge e la medicina, rinomate per le competenze specialistiche, sono immuni.
- L’IA individua i tumori maligni meglio dei più bravi medici. Nel 2018, una società tecnologica cinese ha costruito un algoritmo ad apprendimento avanzato che ha superato 15 medici in compiti come la diagnosi del cancro al cervello e altre malattie. Lo stesso anno, i ricercatori americani hanno sviluppato un algoritmo che ha rilevato i tumori su una TAC con un tasso di errore 20 volte inferiore (!) rispetto a un radiologo umano.
- La stessa storia vale per IA e avvocati. Una startup di IA chiamata LawGeex ha sviluppato un algoritmo che ha individuato problemi legali negli accordi di non divulgazione più velocemente e più accuratamente di 20 avvocati aziendali. L’IA ha avuto un tasso medio di precisione del 94%, contro l’85% dei migliori avvocati. E mentre gli avvocati hanno impiegato in media circa un’ora e mezza, l’IA ha impiegato 26 secondi in media.
E la lista potrebbe continuare a lungo.
Quindi, dato che i computer diventano più bravi degli esperti nel fare e costruire le cose, cosa succederà? Alcuni lavori saranno eliminati, naturalmente. Ma l’effetto più immediato e probabile è che il focus primario di quei lavori – ciò che quei professionisti fanno giorno per giorno, le competenze necessarie e le caratteristiche che differenziano i top performer – si sposterà drasticamente verso competenze sociali ed emotive che i computer non possono avere.
Perché sebbene tu voglia che la tua TAC al cervello sia la più accurata possibile – e presumibilmente anche più economica – vuoi davvero scoprire di avere un cancro al cervello da un robot? La risposta per la maggior parte delle persone è no, soprattutto se puoi rivolgerti ad un radiologo emotivamente intelligente che può fornire conforto e connessione in un momento in cui sono più che mai necessari.
L’empatia e l’intelligenza
emotiva sono i nuovi
vantaggi competitivi.
Sei pronto?
Metti al sicuro il tuo futuro con l’empatia e l’intelligenza emotiva
L’empatia e l’intelligenza emotiva sono più preziose che mai, il che rende la prossima domanda logica: Come si fa a migliorarle? L’intelligenza emotiva è qualcosa che si può allenare o è un tratto innato del carattere con cui si nasce? E l’empatia?
Un numero crescente di ricerche suggerisce che sia l’empatia che l’intelligenza emotiva sono competenze migliorabili – o, nel caso dell’intelligenza emotiva, un insieme di competenze allenabili (una delle quali è l’empatia). Poiché queste competenze diventano sempre più importanti in tutti i settori, e il successo professionale dipende dal loro possesso (per non parlare del benessere personale e della soddisfazione), queste soft skills non sono solo “belle da avere”. Puoi salvare il tuo lavoro, e migliorare la tua vita, allenandole. Per iniziare, ecco tre consigli pratici per aumentare la tua empatia, e un semplice modello per praticare l’intelligenza emotiva che puoi applicare a quasi tutte le situazioni.
3 Consigli per aumentare l’Empatia
Ecco 3 consigli pratici per praticare l’empatia, comprese alcune comuni “trappole” da evitare:
Resisti all’impulso di fare qualcosa. La vera empatia spesso significa solo ascoltare qualcuno, senza fare nulla. Ma per molte persone sembra irresistibile cercare di trovare un aspetto positivo nel problema di qualcun altro (almeno questo non è successo…), o offrire una sorta di soluzione – fare qualcosa. Ma come dice l’autrice di bestseller Brené Brown “Raramente una risposta rende qualcosa migliore. Ciò che rende qualcosa migliore è la connessione”. Semplicemente ascoltare e stare spalla a spalla con qualcuno è spesso il modo migliore per mostrare empatia.
Verbalizza le emozioni dell’altro. Alcune ricerche hanno dimostrato che il semplice riconoscere le emozioni dell’altro (“Sembri turbato”) porta a un grande aumento della fiducia. L’aumento è ancora più potente per la verbalizzazione delle emozioni spiacevoli degli altri rispetto a quelle piacevoli, anche se entrambe hanno mostrato una correlazione. Praticare l’empatia è semplice come far sentire qualcuno considerato e ascoltato.
Fai più domande. Tutti noi formuliamo supposizioni e giudizi sulle persone che ci circondano. È naturale fino a un certo punto. Ma se riusciamo a sostituire anche solo una piccola percentuale delle nostre affermazioni di giudizio con delle domande, attingiamo a un prezioso modello di empatia. Invece di dire: “Lei è questo…” o “Lui è così”, provate a chiedere: “Mi chiedo cosa le stia succedendo” o “Mi chiedo se sta attraversando un momento difficile.”
Sebbene sia importante, l’empatia è solo una delle competenze che compongono l’intelligenze emotiva. Altre competenze dell’intelligenza emotiva come aumentare la consapevolezza, esercitare l’ottimismo e navigare le emozioni giocano anche ruoli cruciali nella connessione sociale ed emotiva. Per proteggere il tuo lavoro e prosperare nella nuova realtà lavorativa, un toolkit olistico di intelligenza emotiva è essenziale. Il modello di intelligenza emotiva di Six Seconds è un ottimo punto di partenza.
Come praticare l’intelligenza emotiva
Il Modello di Intelligenza Emotiva di Six Seconds è composto da tre importanti obiettivi: diventare più consapevoli (fare caso a ció che fai), più intenzionali (fare ciò che per te ha un significato), e più significativi (farlo per una ragione). Durante la giornata poniti queste 3 domande:
Cosa sto provando? Sintonizzati con te stesso. Fai caso ai tuoi sentimenti e alle tue rezioni. Togli il pilota automatico e fai attenzione e ciò che ti accade dentro. Six Seconds chiama questo step Self Awareness.
Quali opzioni ho? Rispondi. Invece di reagire, prenditi un momento per rallentare e valutare tutte le opzioni. Six Seconds chiama questo step Self Management.
Cosa voglio davvero? Ricorda ciò che è veramente importante per te, considera gli altri e poi vai avanti con loro in mente. Six Seconds chiama questo step Self Direction.