Ma perché l’ho fatto!!!! Ma cosa mi è saltato in testa? E adesso ho peggiorato le cose…

Sono sicuro che hai sentito queste frasi rimbombare nella tua testa molte volte… e casomai tutte le volte che capita una situazione simile ecco che ti succede di nuovo. Scatta quel qualcosa che ti porta a reagire alla situazione invece che agire intenzionalmente.

E se ti dicessi che conosco qualcuno che ha aiutato per una giornata intera adulti e bambini ad individuare schemi di comportamento non funzionali, per poi trovarne di nuovi più efficaci utilizzando delle semplici carte???

Beh, se eri al POP-UP Festival di Bologna forse sai di chi sto parlando, se invece non c’eri ti presento Mattia, 10 anni, professione alunno e all’occasione facilitatore di Intelligenza Emotiva con Six Seconds 🙂

Come riconoscere i propri schemi ed essere più efficaci?

Insoddisfazione, passività, aggressività e tanto altro derivano da nostri schemi di funzionamento che talvolta impattano negativamente nella relazione con gli altri. Attraverso questa intervista speciale scopriamo come poterci lavorare sopra

Ciao Mattia benvenuto! Mi piacerebbe che tu spiegassi a chi legge in che cosa consiste quello che hai fatto… e per farlo comincerei col chiederti: che carte hai utilizzato? Di che cosa si tratta?

Ho usato delle carte speciali che, leggendole, mi danno un sacco di emozioni! Si chiamano TFA Cards, sono carte che ti fanno capire i tuoi sbagli e, nel punto in cui non sai prendere una decisione, servono ad essere lungimiranti. Insomma, a guardare nel futuro. In un certo senso sono carte magiche.

Ooooookey…mi sembra interessante, però mi sfugge come vanno usate. Me lo spieghi?

Si fa uno alla volta. Ci sono io, di fronte a me una persona e le carte sono sul tavolo, al centro.

Poi inizio a dare le istruzioni e ho l’impressione che le persone che mi stanno davanti siano un po’ preoccupate, forse perché devono parlare di situazioni difficili o perché devono esprimere dei sentimenti ad uno sconosciuto.

Poi però va meglio perché riescono ad esprimersi attraverso le carte… e non solo a parole! Comunque pensano tanto prima di scegliere una carta… ogni volta c’è l’ansia della scelta ma poi c’è la felicità di vedere che le cose si possono fare diversamente.

Mattia, sono di coccio, perdonami… ho capito un po’ di più ma non riesco ad immaginarmi la dinamica. Come funziona? C’è uno schema che segui quando usi queste carte magiche?

Immagino ci siano tanti modi per utilizzare queste carte ma io faccio così. Prima mi presento, chiedo il nome e spiego l’attività con una breve introduzione, del tipo: insieme scopriremo un tuo schema di comportamento non efficace e ne troveremo uno migliore. Per farlo, davanti a noi, abbiamo 3 mazzi di carte: quello dei Pensieri, delle Emozioni e delle Azioni. Ok? Chiaro fino a qui?

Poi seguo questa scaletta:

1. Pensa ad un momento in cui non sei stato soddisfatto di come ti sei comportato
2. Me lo descrivi?
3. Quando hai fatto (o detto) quella cosa, cosa hai pensato? cosa hai provato? cosa hai fatto esattamente?

OK! Capito. Ad esempio?

Ad esempio c’è stato un signore che mi ha raccontato che non è riuscito a dire una cosa al suo capo e si è ritrovato a fare qualcosa che non voleva assolutamente fare. In quel momento ha pensato “ho poco potere” (perché stava parlando con il suo capo), “depresso” come emozione e “non ho detto niente” come azione.

Ecco che la persona ha individuato lo schema! Emozioni e Pensieri che creano una particolare azione. Posso andare avanti?

Sì, scusa… vai pure…

A questo punto procedo con la scaletta e rileggo la triade Pensieri Emozioni Azioni (PEA). Fatto questo vado avanti con le domande.

4. Come mai ritieni che questo schema sia stato inefficace? Meglio chiedere perché qualcuno non capisce subito l’esercizio…
5. Se fossi nuovamente in questa situazione, quale carta ti piacerebbe cambiare per prima per essere più efficace?

E la persona di prima che cosa ha cambiato?

Dunque, il signore di prima ha cambiato il pensiero e presto si è accorto che cambiando il pensiero, cambiava anche l’emozione e quindi l’azione. Ha così individuato il nuovo schema, quello più efficace! Per finire quindi leggo ad alta voce lo schema vecchio e quello nuovo, ringraziando del lavoro fatto.

Bellissimo. C’è altro?

Sì, l’ultima domanda, quella più importante.

6. Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

WOW!!! Ti confesso che l’ultima domanda mi incuriosisce un sacco! Che cosa ti hanno detto le persone dopo l’esercizio?

Erano stupiti, alcuni un po’ sollevati, altri un po’ tristi, ma tutti soddisfatti.

Se mi ricordo bene mi hanno risposto:

– che hanno scoperto che ci sono tanti altri modi di vedere una situazione
– che devono stare più attenti alle proprie emozioni perchè parlano
– che anche attraverso delle semplici carte si può scoprire un mondo

e uno ha detto che voleva le carte per fare l’esercizio con sua moglie!

Io non so bene se ti rendi conto del valore di queste riflessioni per le persone… detto questo, beh, bravissimo!
Una curiosità: qual è stata la cosa più difficile per le persone che hai visto?

Non c’è stato nulla di veramente difficile ma le persone hanno riflettuto molto prima di trovare i pensieri e le emozioni di una situazione passata, avevano tanta confusione…è come se non ci avessero mai veramente riflettuto.

E poi l’altra cosa un po’ difficile è stata quella di individuare nuovi pensieri, emozioni ed azioni… non è facile vedere soluzioni diverse.

Capisco. Fare chiarezza dentro di noi, soprattutto per noi “grandi” non è sempre facile. Pensa che una volta ho chiesto ad una collega “che cosa stai provando?” e lei mi ha risposto “a stampare!”… diciamo che non ci viene proprio naturale parlare di emozioni 🙂

Altra domanda: quali sono le storie che ti sono rimaste più impresse?

In generale mi sono rimaste molto impresse le scene lavorative. Una te l’ho già raccontata prima.

E mi ricordo anche di una signora che mi ha raccontato che un giorno era di fretta, uno l’ha disturbata e allora ci ha litigato. Ma poi si è pentita.

Però mi sono rimaste impresse anche quelle dei bambini, forse perchè comunicavano come me.

Comunque le storie dei bambini e quelle degli adulti erano spesso molto simili.

Ma veramente? L’ho sempre sospettato. Secondo te perchè?

Non lo so.

Forse al lavoro rischiamo di mettere in atto degli schemi un po’ da bambini????

Boh!

Vabbè, ho capito vuoi essere politicamente corretto così da non giocarti la carriera professionale. Bella mossa.

Ricordo un bambino che mi ha detto che gli dispiaceva aver litigato con un amico. Il pattern che…

Fermo! Cos’è il pattern?

Ah sì, scusa. È un altro modo di dire “schema di comportamento”.

Ok, grazie.

Dicevo, il pattern che lo ha portato a litigare è questo: Pensiero “questo mio amico non mi ascolta”, Emozione “mi arrabbio”, Azione “ci litigo”.

E poi ha detto che la prossima volta deve prendere un bel respiro, cambiare l’emozione (calma) e a quel punto potrà pensare “vale la pena litigare?” e quindi “fare qualcosa di diverso”.

Bello! Sembra che abbia capito come relativizzare le situazioni, così da dare il giusto peso a ciò che capita. Super interessante.
Ultima domanda: che cosa è rimasto a te invece?

Mi è rimasto che questo gioco non è un gioco per un’età fissa, tutti possono partecipare. È un gioco dove si scopre che, in ogni situazione, ci sono emozioni che ti possono far sbagliare, ma ce ne sono altre che sono più lungimiranti. Il trucco è capire che ci sono tante emozioni tra cui scegliere.

E l’altra cosa importante è che per far aprire una persona occorre darle la massima attenzione. È un po’ come il concetto di mira dell’arciere. Per lui non esiste nient’altro che il bersaglio. Così, per me, non esisteva altro che la persona che mi stava davanti. Non è stato sempre facile perché le distrazioni potevano essere tante… però mi sono impegnato.

E poi ho capito che se ti alleni ad essere paziente, non ti arrabbierai facilmente in futuro. Se tu sei molto agitato, sarai più predisposto all’agitazione. Basta allenarsi!

Grazie mille Mattia. Mi è venuta voglia di provare le TFA Cards! Giochi con me?

Sì, volentieri!