CHI SIAMO

La storia di Six Seconds parte nel 1967 quando un gruppo di insegnanti, pedagogisti e formatori di San Mateo in California crearono la metodologia Self Science1 che aveva come obiettivo lo sviluppo emozionale della persona.

Daniel Goleman dedicò nel suo primo lavoro del 1995 sull’Intelligenza Emotiva un intero capitolo proprio alla metodologia didattica Self Science definendola una delle due migliori al mondo per sviluppare le competenze emotive della persona: “Self Science è il pioniere, il promulgatore di un’idea che si sta diffondendo nelle scuole di tutta l’America”.

Karen McCown, l’autrice del programma Self-Science, ha fondato in seguito una delle scuole più riconosciute a livello internazionale per l’attenzione in essa data alle competenze emotive; i programmi di insegnamento si basano, infatti, sul principio che lo sviluppo emotivo e lo sviluppo accademico debbano necessariamente proseguire insieme, poiché entrambi risultano fondamentali per la crescita completa della persona. Anabel Jensen (attuale presidente di Six Seconds) fu direttrice di quella scuola per ben 14 anni.

Sulla base delle esperienze raccolte in tanti anni di sperimentazione della metodologia Self Science e degli studi portati avanti dai due padri fondatori del costrutto Intelligenza Emotiva (Peter Salovey e Jack Mayer) venne fondata nel 1997 a San Francisco Six Seconds (Peter Salovey è da sempre membro dell’advisory board di Six Seconds).


1Self-Science è un modello efficace per lo sviluppo delle abilità sociali ed emotive. Il programma fu lanciato nel 1967 e il primo libro a riguardo fu pubblicato nel 1978. Informazioni sul modello Self-Science si trovano online all’indirizzo www.Self-Science.com. Mentre stava scrivendo il suo libro, Daniel Goleman partecipò ad un corso Self-Science alla Nueva School. Goleman, D. Emotional Intelligence: Why It Can Matter More Than IQ. New York: Bantam Books (2005)

 PERCHE’ SIX SECONDS: da dove deriva il nostro affascinante nome

Nel 1997, il nostro team era seduto intorno ad un tavolo da cucina discutendo sul come avremmo lanciato questa nuova organizzazione non profit. Dopo circa un’ora spesa a fare un elenco dei nomi possibili (e se ritenete che “Six Seconds” sia strano, dovreste sapere che “Platypus” era uno dei nomi rimasti su quella lista per un pò!!), decidemmo di fare una pausa e discutere di altri argomenti.

Parlammo di quanto fosse importante per la nostra organizzazione riuscire a dimostrare che l’intelligenza emotiva è qualcosa di semplice e pratico, che tutti possono mettere in pratica e sviluppare senza processi troppo complessi. Eravamo educatori interessati ad un approccio esperienziale all’apprendimento, che fosse allo stesso tempo felice e significativo, e volevamo essere sicuri che la nostra organizzazione mantenesse un commitment a riassumere una grande idea in piccoli pezzi.

Con il suo stile tipico, Anabel Jensen (il nostro Presidente) stava condividendo una delle ultime ricerche sulle reazioni emotive e disse che “dopo una reazione emotiva, occorrono circa sei secondi affinché il nostro corpo riesca ad assorbire quelle molecole che l’emozione ha generato.”

Più tardi nel corso della giornata, Anabel disse che aveva investigato su quanto tempo occorresse ad una persona per riconoscere il sentimento della compassione.. ed era circa sei secondi. Ci guardammo l’un l’altro come se una luce si fosse accesa, e qualcuno esclamò, “fatto!”

Riflettendo su questo nome inusuale, ci accorgemmo che catturava qualcosa di scientifico, qualcosa del nostro approccio unico, e qualcosa del nostro commitment ad usare l’intelligenza emotiva per diffondere la saggezza individuale. Come ci piace dire,

Ci vogliono sei secondi per gestire la rabbia

Ci vogliono sei secondi per provare compassione

Ci vogliono sei secondi per cambiare il mondo