L’articolo mette a sistema i risultati prodotti dall’ultima ricerca portata avanti dal nostro centro studi in cui ci siamo chiesti quale delle competenze, che compongono l’Intelligenza Emotiva, concorre maggiormente a determinare la performance individuale. La ricerca dimostra il ruolo fondamentale giocato dall’ottimismo, ma essere ottimisti non vuol dire però…

Il mese scorso abbiamo chiesto ai nostri lettori un parere rispetto a quale competenza, tra alcune di quelle che compongono l’Intelligenza Emotiva, potrebbe impattare maggiormente sulla performance individuale. Come nostro solito la domanda voleva essere uno stimolo intellettuale per ottenere impressioni che, confrontate con i dati raccolti dal nostro centro studi, ci consentano di conoscere sempre più l’Intelligenza Emotiva e le sfumature che la caratterizzano.


Come si può osservare, la maggior parte delle persone (l’ 86%) punta l’attenzione su Motivazione Intrinseca, Comprensione Emozionale o Empatia ritenendo, quindi, che siano queste le competenze che concorrono a determinare la performance individuale; il restante 14%, invece, ha spezzato la lancia a favore dell’ottimismo! A questo 14% vanno i nostri complimenti, infatti, le ricerche appena concluse dimostrano che è l’ Ottimismo la competenza che conquista il primo gradino del podio.

Il risultato nasce da una ricerca che Six Seconds ha condotto negli ultimi mesi e che ha avuto, come punto di attenzione, la valutazione di una possibile relazione tra la performance lavorativa di un gruppo di persone e la loro Intelligenza Emotiva.

La Ricerca

E’ stata condotta su 44 lavoratori di un’azienda system integrator per soluzioni voce, dati, contact center, sicurezza, convergenza.

Il campione è stato valutato sia per Performance (valutazione da 1 a 10 fornita da superiori), che per le competenze legate all’Intelligenza Emotiva (misurata su scala 0-150, tramite il questionario SEI di Six Seconds).

Nello specifico la valutazione della performance è stata messa in relazione con le competenze emotive valutate dal SEI ASSESSMENT di Six Seconds.

Il risultato della ricerca

La competenza ‘Esercitare l’Ottimismo’ spiega il 17,9% della performance Individuale. Ciò significa che l’efficacia della performance è determinata, al 20% circa, da quanto la persona è ottimista.

Ma che cos’è l’ottimismo?

Per capire bene questo concetto, e prima di addentrarci nel suo significato, occorre fare un po’ di chiarezza epurandolo dalle false credenze legate ad esso.

Questo passaggio è necessario perché ogni giorno vengono esercitati su di noi forti condizionamenti culturali che ci allontano sempre più dal suo reale significato, si pensi alla pubblicità o ai programmi televisivi di vario genere che hanno fatto sì che l’ottimismo venisse percepito come qualcosa di sfuggente e, quindi, non controllabile. Il risultato, almeno per la cultura italiana, è stata la banalizzazione del concetto. E’ giusto, invece, evidenziare che l’ Ottimismo non è un concetto distante e inafferrabile, ma un’abilità gestibile, migliorabile, a lungo studiata dalla comunità scientifica e, come mostrano i risultati della ricerca, determinante nel raggiungimento dei propri obiettivi.

Purtroppo, però, i messaggi che ci “investono” ogni giorno hanno provocato un fraintendimento del suo reale significato ed il risultato è stato il moltiplicarsi di errori e false credenze. E’ necessario, quindi, riscoprire il concetto e, per farlo nel migliore dei modi, è bene riferirsi ad uno dei massimi esperti della psicologia positiva a livello mondiale: Martin Seligman.

Nel 2005 Seligman affermò che: “L’ottimista tende ad interpretare i propri problemi come transitori, controllabili e circoscritti ad un’unica situazione. I pessimisti invece, ritengono che i loro problemi siano permanenti, incontrollabili e inficino tutta la loro vita”.

Questo tipo di pensiero permette di vedere oltre il presente e consente di prendere possesso del futuro. Ricerche scientifiche condotte dimostrano, infatti, come un alto ottimismo:

  • influisca positivamente sulla longevità delle persone
  • influisca positivamente sulla guarigione da malattie gravi
  • aumenti la resistenza soggettiva alla depressione in seguito ad eventi negativi

Da questi ultimi punti emerge, con grande chiarezza, l’importanza dell’ottimismo e, soprattutto, il suo forte impatto su alcuni punti centrali della vita di ognuno di noi: la longevità, la guarigione e la resistenza alla depressione. Restringendo il campo al solo ambito lavorativo, l’importanza del concetto non decresce ed è facile trovare ricerche che dimostrano come gli ottimisti abbiano migliori prestazioni sul lavoro, soprattutto nel caso di ruoli particolarmente stressanti e competitivi. Il risultato ottenuto dallo studio di Six Seconds, quindi, è coerente con i dati riportati in ricerca psicosociale e si pone come ulteriore motivazione a favore della nascita di un pensiero positivo a livello individuale e sociale.

Perché ciò sia possibile, però, è sicuramente necessario riscoprire il vero significato dell’ Ottimismo, poichè le false credenze indotte e i conseguenti errori di pensiero legati ad esso rischiano di far perdere progressivamente di importanza ad una delle abilità emotive maggiormente determinanti.