Un fenomeno sociale in continua crescita che va contrastato partendo dalla scuola

UNA DEFINIZIONE

Il bullismo è un malessere sociale fortemente diffuso, sinonimo di un disagio relazionale che si manifesta soprattutto tra adolescenti e giovani, ma sicuramente non circoscritto a nessuna categoria né sociale né tanto meno anagrafica.  Il bullismo si evolve con l’età, cambia forma ma lo si ritrova in tante, troppe prevaricazioni sociali: scolastiche, lavorative e familiari.

IL BULLISMO TRA I GIOVANI E NELLE SCUOLE

Provando a dare una sintetica definizione di bullismo scolastico potremmo dire che uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni (Olweus 1996). Una recente indagine in Italia sul ”bullismo” nelle scuole superiori ha evidenziato che un ragazzo su due subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica e il 33% è una vittima ricorrente di abusi. Dai risultati dell’indagine emerge che le prepotenze di natura verbale e psicologica prevalgano rispetto a quelle di tipo fisico: il 42% dei ragazzi afferma di essere stato preso in giro; il 30% ha subito delle offese e il 23,4% ha segnalato di aver subito calunnie; nelle violenze di tipo psicologico, il 3,4% denuncia l’isolamento di cui è stato oggetto, mentre  l’11% dichiara di essere stato minacciato. (Ricerca del Centro Studi AMI)

Di seguito alcuni dati più significativi emersi dall’indagine AMI:

  • Il numero di vittime di età inferiore a 14 anni è passato dal +1.4% del triennio ‘92-‘94, al +4% del triennio 2004-2006.
  • Nel triennio 2004-2006 si è registrato un maggior numero di ragazze uccise e di età inferiore a 14 anni nel Centro Nord (0,3%) mentre nel Sud e Isole è stato di gran lunga maggiore il numero delle vittime di sesso maschile con età inferiore a 14 anni (0,8%).
  • Numero degli autori (indipendentemente dall’età) nel triennio 2000-2006: prevale un solo autore nel Centro Nord (64,8%); più di tre autori contemporaneamente (22,0%) nel Sud e Isole. L’autore nel 3,3% dei casi ha tra i 14 ed i 17 anni; nello 0,1% dei casi ha età minore a 14 anni. Le vittime sono maggiormente a rischio fino all’età di 14 anni (12,5% al Centro Nord) mentre al sud e nelle isole sono maggiormente a rischio tra i 14 ed i 17 anni (14,3%) .
  • Trasformazione della famiglia dal 1993 al 2005: la percentuale dei genitori di ragazzi fino a 17 anni in stato di occupazione lavorativa è passata dal 36,3% al 43,4% (fonte Eures 2008). a. Dal 1995 al 2005 le separazioni sono aumentate del 57,3%, i divorzi maggiori del 74%. Nell’80,7% la maggior parte dei bambini vive con un solo genitore (Eurispes 2007). b. Il 61,4% delle donne che ha subito violenze ha dichiarato che i figli hanno assistito a uno o più di questi episodi.

IL PROFILO DELLE VITTIME

Le vittime sembrano soprattutto contraddistinguersi per essere solitamente più ansiose e insicure degli studenti in generale; se attaccate da altri compagni, reagiscono piangendo o chiudendosi in se stesse; soffrono di scarsa autostima e hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione; si sentono timide o poco attraenti, e vivono a scuola una situazione di solitudine e di abbandono. Le vittime di bullismo possono manifestare disturbi come la depressione e l’ansia, problemi psicosomatici come mal di testa e mal di pancia, enuresi, disturbi del sonno, ansia e spossatezza.

Bambini, adolescenti ed adulti sintetizzano il bullismo in azioni quali: venire chiamati in modo ripetitivo e canzonatorio, ricevere insulti o minacce, prendere calci e pugni, ricevere soprannomi antipatici ed essere presi in giro, subire la diffusione di voci maligne sul proprio conto, ricevere spintoni, venire fisicamente molestati, essere forzati a dare soldi o proprietà personali, venire derisi per la propria religione, colore della propria pelle, sessualità o status sociale, oppure il venire semplicemente ignorati e emarginati.

IL PROFILO DEI BULLI

Sappiamo ormai che coloro che attuano un’azione di Bullismo sono  persone, siano essi bambini, ragazzi o adulti, che non sanno riconoscere i propri sentimenti, che spesso hanno a loro volta problemi e sofferenze importanti. Queste persone sfogano il loro malessere su altre persone. I bulli hanno spesso problemi all’interno della famiglia o problemi di tipo relazionale all’interno della scuola. In alcune circostanze può accadere che siano essi stessi vittime di atti di Bullismo, oppure hanno paura di diventare vittime mettendosi ai ripari compiendo atti di Bullismo.

I ragazzi  sono caratterizzati da un “modello reattivo aggressivo associato, se maschi, alla forza fisica“; sono impulsivi, hanno un forte bisogno di dominare gli altri, mentre mostrano scarsa empatia nei confronti delle vittime; se maschi, tendono ad essere fisicamente più forti dei maschi in generale e delle vittime in particolare. Hanno spesso un’opinione relativamente positiva di se stessi; mostrano poca ansia e insicurezza, e hanno grosse difficoltà di comunicazione. Vi sono poi i cosiddetti bulli passivi, seguaci o sobillatori, studenti cioè che partecipano al bullismo ma che abitualmente non prendono iniziative, e possono comprendere anche soggetti insicuri e ansiosi. Le cause psicologiche che soggiacciono al comportamento del bullo sembrano essere: un forte bisogno di potere e dominio, per cui sembrano godere nel controllare e sottomettere gli altri; condizioni familiari sovente inadeguate, in cui possono avere sviluppato un certo grado di ostilità verso l’ambiente, e ciò può spiegare la soddisfazione provata nel provocare danno e sofferenza agli altri; ed una componente strumentale, per la quale i bulli spesso costringono le vittime a procurare loro denaro, sigarette o oggetti di valore.

IL BULLISMO AL FEMMINILE

Le ragazze utilizzano in genere una forma di bullismo detta “bullismo psicologico”. Esso riesce ad arrivare là dove la mera violenza non arriva, a raggiungere degli obiettivi che per le ragazze sono più importanti, rispetto a quanto lo sarebbero per un “lui”.

Tipicamente “femminili” sono atti come la calunnia con malelingue piuttosto pesanti, le frasi e le “canzonette” in rima che hanno per oggetto la vittima, e, ovviamente, l’esclusione totale dal gruppo della classe,  un certo ostracismo.

Poichè prettamente indiretto, psicologico e subdolo il bullismo al femminile si maschera bene, e risulta praticamente invisibile all’esterno, a meno che non si faccia parte della classe o del gruppo. Per questo, insegnanti e genitori hanno difficoltà ad individuarlo, a combatterlo: le ragazzine che recitano la parte delle tormentatrici sono viste semplicemente come “cattivelle”, e non come vere e proprie bulle. Queste caratteristiche fanno del bullismo tra ragazze un fenomeno più oscuro e poco considerato, lasciato libero e non ostacolato nella sua distruttività, mentre le ragazze che lo  subiscono spesso si spengono socialmente e interiormente, senza che i familiari riescano a dare – e a darsi – una spiegazione, e a fornire una soluzione ed un aiuto adeguati al problema.

COSA PUO’ FARE LA SCUOLA

La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo per un pronto intervento di autorità. In tal senso è molto importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle istituzioni. Genitori e istituzioni sono chiamati per primi alla responsabilità che il loro ruolo comporta

Sono stati istituiti siti e numeri verdi

Il numero verde antibullismo del ministero della Pubblica Istruzione riceve una media di 70 telefonate al giorno: in dieci mesi (dal 5 febbraio al 30 novembre 2007) ne sono arrivate 12.874; a chiamare sono soprattutto genitori (36,1%) e insegnanti (21,2%), mentre gli studenti sono il 13,4%. Si chiama soprattutto per sapere cosa fare (53,1%), ma anche per essere semplicemente ascoltati (8,9%). Un’indagine su 11.000 alunni, condotta dal ministero all’inizio del 2007, ha evidenziato che il 74% dei ragazzi ha assistito a episodi di prepotenza almeno una volta (il 15% spesso; il 34% più di una volta; il 25% una volta). Oltre il 72% di chi ha denunciato il fenomeno si è rivolto ai dirigenti e ai docenti della scuola, mentre il 4,9% di chi ha subito atti di bullismo ha cambiato istituto. Un interessante studio effettuato dall’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani) sul bullismo giovanile attribuisce la crescita del disagio giovanile all’aumento delle separazioni (cresciute del 57,3% in 10 anni) e dei divorzi (aumentati del 74%) e quindi al fatto che la maggior parte dei bambini di separati e divorziati (80,7%) vive con un solo genitore

Nell’ambito della campagna per la lotta al bullismo “SMONTA IL BULLO” è stato istituito un numero verde  800 66 96 96 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00) a cui rispondono operatori qualificati che ricevono segnalazioni di atti di bullismo, forniscono informazioni sul fenomeno e consigliano comportamenti possibili da tenere in situazioni critiche.

Le domande più frequenti che saranno poste agli operatori del numero verde saranno disponibili sul sito web www.smontailbullo.it con le risposte complete. Sarà inoltre tenuta traccia, in modalità assolutamente anonima, delle problematiche e delle segnalazioni denunciate telefonicamente al solo scopo di creare una banca dati aggiornata che rappresenti oltre che una fonte di raccolta dati uno strumento di riflessione.

Per vedere la connessione tra bullismo, comportamenti devianti e abbandono scolastico leggere la ricerca sul sito http://www.nuovapedagogia.com/abbandono_scolastico.pdf dell’Istituto di Ricerca Internazionale sul Disagio e la Salute in Adolescenza. www.aquiloneblu.org/scritti/bullismo/bullismo.htm (All’interno di questo sito ci sono molti dati numerici in “Scuola: prima indagine in Italia sul bullismo alle superiori”) www.bullismo.com www.educazione-emotiva.it/bullismo.htm www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/bullismo www.poliziadistato.it/pds/primapagina/bullismo/index.htm www.sbulloniamoci.org (Su questo sito, sotto la voce RICERCA, ci sono interessanti dati numerici e il collegamento tra bullismo e autostima, pensiero morale ed empatia; ci sono anche una serie di do*****enti disponibili per il download) www.smontailbullo.it (In questo sito c’è la possibilità di vedere video e do*****enti relativi a questo fenomeno e a varie esperienze realizzate da tante scuole italiane)

I PRIMI RISULTATI DEI NUMERI VERDI

Alle 10 postazioni di ascolto istituite dal Ministero della Pubblica Istruzione sono arrivate, nelle prime 6 settimane di vita circa 4400 chiamate, 120 al giorno da febbraio a fine marzo. La maggior parte delle telefonate ricevute provengono da: ►  37,5% – genitori o dai familiari del soggetto colpito da atti di bullismo; ►  31,4% insegnanti; ► 23,2% studenti vittime di episodi di bullismo. Il numero maggiore di denunce viene dalle scuole secondarie di primo grado (35%), poi dalle primarie (25%), dai licei (19%), dagli istituti tecnici e professionali (15%) e dalla scuola dell’infanzia (5%). Circa il 69% delle chiamate denuncia prepotenza, violenza o episodi isolati, mentre il 31% è di carattere informativo.

Sono ragazzi o ragazze che vengono percepiti come vulnerabili per alcune caratteristiche di tipo psicologico (timidezza, hanno pochi amici, hanno un buon rendimento scolastico), psicofisico (handicap fisico, ritardo mentale), psicopatologico (problemi di autismo o altro), etnico (sono stranieri) e sociali (vestono abiti non firmati, si inseriscono in gruppi classe già precostituiti). Alla pagina web http://www.informagiovani-italia.com/articoli-su-bullismo.htm ci sono una serie di articoli sull’argomeno pubblicati da giugno 2006 a ottobre 2007.

UNA RICERCA SVOLTA NELLE SCUOLE SUPERIORI

RISULTATI DELLA RICERCA (2001)

Questa è la prima indagine svolta in Italia sul bullismo nelle Scuole Superiori. Più del 50% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di episodi di bullismo, risultati più numerosi nella fascia d’età dei 14 anni, e di questi il 33% sono vittime ricorrenti. Circa il 24% infatti è stato vittima di un qualche episodio di prepotenza nei 6 giorni precedenti l’intervista. Di questi, l’11,6% ha dichiarato di aver subito tali episodi qualche volta, mentre l’1,7% tutti i giorni. Il gruppo più numeroso che ha subito prepotenze è quello dei più giovani, sotto i 14 anni. Dai risultati dell’indagine emerge che le prepotenze di natura verbale prevalgano nettamente rispetto a quelle di tipo fisico: il 42% dei ragazzi afferma di essere stato preso in giro; il 30% circa ha subito delle offese mentre il 23,4% dei soggetti ha segnalato di aver subito calunnie; per quanto riguarda le violenze di tipo psicologico, il 3,4% denuncia l’isolamento di cui è stato oggetto, l’11% circa, infine, dichiara di essere stato minacciato.

  • Le prepotenze di natura fisica risultano essere più frequenti tra i ragazzi, mentre tra le ragazze e tra i più giovani prevalgono gli episodi di tipo verbale. Il 22,1% dei ragazzi sotto i 14 anni contro il 16% e il 14% rispettivamente dei ragazzi di 15-16 anni e con oltre 16 anni dichiara di aver “subito colpi”.
  • All’interno della scuola gli episodi di violenza e sopraffazione avvengono soprattutto in aula (27%) e a seguire, nei corridoi (14%) o nel cortile (16%). Inoltre il 20% del campione denuncia di esserne stato vittima al di fuori delle zone scolastiche (strada, piazza 32.5%, in corriera 22.9% e al bar22.1%). Il bullo infatti si trova nella maggior parte dei casi nella stessa classe della sua “vittima” (30,8%) oppure è un suo coetaneo (12,2%), ma è frequente (21,4%) che il prepotente non si trovi all’interno della stessa scuola.
  • All’interno della scuola, nel momento in cui gli episodi di prepotenza sono denunciati, la reazione più frequente è quella di far cessare la violenza (21,4%) e di chiedere spiegazioni ai soggetti coinvolti. Nel 13% dei casi, tuttavia, viene segnalata un’inspiegabile indifferenza o trascuratezza. Anche all’interno della famiglia si ritrova un analogo atteggiamento: nel 14,9% dei casi si preferisce non dare peso a quanto accaduto, oppure si consiglia di reagire alla stessa maniera (38,4%).

Prepotenze subite% :

  • Nessuna 28,4;
  • Fisiche 26,5;
  • Verbali 39,2; P
  • sicologiche 5,9.

Tipologie prepotenze subite%:

  • Non c’è nessuno che mi rivolge la parola: 3,4;
  • Sono stato offeso per il colore della pelle o per la mia provenienza geografica: 5,8;
  • Ho subito furti: 6,5; Ho subito danni alle mie cose (oggetti, vestiti, …): 7,2;
  • Ho ricevuto minacce: 10,8; Ho subito dei colpi (pugni, spinte, …): 16,9;
  • Sono state messe in giro storie sul mio conto: 23,4;
  • Ho subito delle offese: 30,1;
  • Sono stato preso in giro: 41,9.

Luoghi delle prepotenze%

  • Bagni: 2,8;
  • Spazi del convitto: 3,7;
  • Laboratori: 4,5;
  • Mensa interna: 4,5;
  • Palestra: 5,8;
  • Spogliatoi: 7,0; I
  • n nessun luogo: 12,9;
  • Corridoi: 14,4;
  • Cortile: 16,8;
  • Aula: 27,6.

Per altri dati andare alla pagina web: http://www.edscuola.it/archivio/statistiche/bullismo.html

COSA SI STA FACENDO PER CONTRASTARE QUESTO FENOMENO

Per contrastare questo fenomeno è fondamentale aiutare i bambini e i ragazzi a sviluppare le loro competenze socio emotive, di seguito segnaliamo due delle iniziative più recenti svolte nel nostro paese:

    • ENAIP PIEMONTE: progetto per aiutare i ragazzi a sviluppare la loro intelligenza emotiva per costruire un ambiente di studio e lavoro sano e costruttivo: collegati alla pagina
    • ROVIGO: un progetto pilota contro la violenza e la conflittualità a scuola: collegati alla pagina